I Dena Barrett sono uno di quei collettivi che finiscono con il fare proseliti sin dal primo ascolto del loro disco d’esordio “Immobili a ballare”, un’opera prima che cela una maturità è una consapevolezza degna almeno di un secondo/terzo album: dopotutto, la gavetta sembra essere lo strumento essenziale attraverso il quale i ragazzi hanno costruito un’identità collettiva efficace a raccontare stati d’animo condivisi, attraverso un impattando sound efficacemente curato in studio da Andrea Pacchetti.
Una selezione ricca e ispirata di canzoni che richiamano mondi diversi ma perfettamente equilibrati nella resa di un disco che suona e risuona nel cuore di chi sa ascoltare, tenendo acceso il cervello senza rifiutare allo stesso tempo il movimento di bacino: una piccola epopea dal retrogusto rock che non disprezza incursioni nel mondo pop e cantautorale, dimostrando un eclettismo capace di convincere e di alimentare le aspettative di pubblico e addetti al settore in vista di prossimi step.
Tra i brani spiccano i testi densi e poetici di “Forse più timida, più paranoica”, ma anche lo slancio nichilista di “Vorrei farmi esplodere la faccia” o anche la confessione a mezza voce di “Usami”: piccoli manifesti personali di una band che pare avere idee chiare sul proprio futuro e su quello della propria generazione.
Il sound sembra confermare quanto di buono detto sulla scrittura anche per quanto riguarda la resa live; non resta a questo punto che attendere il debutto dal vivo, nella speranza di poter ulteriormente esaltare la musica dei Dena come fin qui abbiamo fatto alla luce di un merito degno di nota.