Alla scoperta di Giuseppe D’alonzo

Music Factory
La prima piattaforma di Project Management Musicale ti aspetta! Scopri di più

E’ da poco disponibile su tutte le piattaforme l’onirico e allo stesso tempo riflessivo singolo di Giuseppe D’Alonzo, “Mattinieri del tempo”: un testo filosoficamente di spessore che si accompagna ad un ottimo timbro.

Ciao Giuseppe, raccontaci chi sono i “Mattinieri del tempo”.

È un titolo visionario, evocativo se vogliamo.

Mi piace inventare modi allegorici per definire determinate categorie di persone, ad esempio i lecchini. Ma i mattinieri del tempo sono qualcosa di più di semplici lecchini, sono i lecchini nell’epoca dei social network, quindi lecchini molto aggressivi. La sensazione che mi genera il vedere i “mattinieri del tempo” sgomitare, prevaricare, calpestare, ingannare per arrivare al potere cercando scorciatoie a discapito del prossimo è di ilarità, se non fossero così fastidiosi…

Le scorciatoie sono lecite, ben vengano, ma mai calpestando il prossimo. La mancanza di rispetto, l’io esagerato, manifestazione di questi anni di maturazione dei social network mi evocano questo appellativo. Amo chi si alza la mattina presto per cercare di sbarcare il lunario o solo per migliorarsi nel lavoro, aborro chi lo fa come unico sforzo al fine di avere un pretesto per arrivare prima invece di perfezionarsi, lavorare sodo e così via. Questo materializza, nel mio immaginario, la frase “mattinieri del tempo”. Purtroppo, devo dire che in questi anni, e lo dico con immenso rammarico, quando si pensa ad una figura del genere si materializza spesso la figura di un politico, l’assenteismo alle votazioni ne è una prova.

In questo brano hai mescolato rock e dance, come è nato questo suono? Viene in maniera spontanea o è qualcosa su cui devi dedicare tanto tempo?

Amo il Blues e il Rock ho iniziato cantando in inglese brani molto rock e pian piano mi sono avvicinato ad una scrittura in lingua italiana. È stata una lunga genesi, credo che il mio sound, pur uscendomi naturale, abbia avuto una gestazione complessa e una contaminazione che va dal Blues al Rock, all’indie di Elliott Smith, al Folk di Bob Dylan ma anche al progressive dei Pink Floyd e alla musica italiana di Pino Daniele, Vasco Rossi, e tantissimi altri. Ascolto davvero di tutto ed essendo un chitarrista, quando mi piace un riff di chitarra tendo a riprodurlo con la chitarra, è più forte di me, credo sia così per tutti i chitarristi, è come un richiamo di una sirena. Per quanto riguarda il mio lato un po’ dance credo di averlo innato, ho creato diversi riff di chitarra molto dance anni 70, penso ai main riff di “Tipico” e di “Non imitare mai” sono davvero dei killer riff. Pur non essendo il mio solito modo di scrivere a volte mi vengono dei pezzi davvero dance, ma essendo chitarrista, sempre con un groove dettato da chitarra e basso, un po’ alla Nile Rodgers se volete. 

Il brano è accompagnato da un videoclip girato da Michele Macaluso, come è nata questa collaborazione? E di chi è stata l’idea di aggiungere le Boogie Bombs?

È stato il contrario, con le Boobie Bombs abbiamo scelto Michele perché viene da quel mondo lì, è di estrazione ballerino anche lui, quindi sa come riprendere e montare i frame delle coreografie. L’idea del video è mia perché volevo finalmente, dopo alcuni brani che chiamavano proprio un video ballato, questa volta l’incontro con le splendide ragazze mi ha dato il LA e siamo partiti. Loro sono bravissime, hanno creato le coreografie in base alla musica e al mood che volevo trasmettere con il testo.

Suoni da tanto tempo e hai avuto modo di collaborare con tante realtà, ma qual è stata finora l’esperienza che ti ha arricchito di più?

Probabilmente gli anni con la mia Band i Crabby’s con cui o realizzato anche la maggior parte dei live. Le collaborazioni in singolo ti arricchiscono artisticamente, la vita da solista è molto introspettiva è molto creativa ma la vita da Band è più dinamica. Sono però anche due fasi della mia età, sono più maturo, mettiamola così, è più complesso oggi gestire cinque persone più me stesso. Il Covid ha cambiato davvero molte cose. Se ci pensiamo prima del covid era davvero tutto più facile, oggi “sembra” più facile con le video conference etc… ma a livello logistico di aggregazione ed economico è tutto molto più difficile, suonare in sei su un palco è davvero un lusso.

Pensi che sia necessario per un artista emergente collaborare con un’etichetta discografica?

Ti rispondo in modo articolato se me lo permetti. Ci vuole tanta passione per fare musica, l’arte in generale è passione, e quando si fa dell’arte si ha il desiderio di mostrare le proprie creazioni, è umano. Per mostrarle è tipicamente necessario collaborare con editori, etichette discografiche, e così via, sono strumenti utili, funzionali. Poi dipende tutto da quello che il singolo artista vuole raggiungere, a volte non lo sa nemmeno l’artista stesso, credetemi, sono esseri assai complessi, non sarebbero artisti altrimenti, l’errore è renderli degli “impiegati” dell’industria discografica (nel caso specifico), non credete? Si perde tutta la magia…non si è artisti perché ci si veste in modo stravagante sul palco….

Ho letto di cantautori, nelle loro autobiografie, che cercavano di continuare in vecchiaia a scrivere canzoni belle come quelle che scrivevano in giovane età, non ci riuscivano ed erano tormentati da questo demone, miliardari che non riuscivano a godersi la vita perché perseguitati da questo pensiero autodistruttivo, questo è l’annientamento dell’artista per la propria arte, il sacrificio di una vita per le proprie creazioni. Intere generazioni di artisti si sono sacrificate per lasciarci dei capolavori immortali, alcuni morendo prematuramente addirittura. Oggi sinceramente non vedo più questo sacrificio per l’arte, c’è stato per secoli, oggi è anacronistico ma il risultato è che praticamente non c’è arte, c’è il prodotto, almeno io la vedo così.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Sto pianificando un lungo viaggio in Oriente per ritemprare la mia anima a volte soffocata e trascurata da uno stile di vita, mio malgrado, occidentale.

Di ritorno lavorerò ad una collaborazione che è già nell’aria, un draft che necessita di un periodo di distacco per poter prendere vita al meglio.

Iscriviti alla nostra newsletter

Iscriviti per rimanere aggiornato su tutte le nuove uscite e per non perderti nemmeno un articolo dei nostri autori! Basta solo la tua mail!

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Music Factory
La prima piattaforma di Project Management Musicale ti aspetta! Scopri di più