La maison vide è il nuovo Ep degli Omelettes du Mal
A stretto giro di posta dopo Le poids d’être perdu (di cui abbiamo parlato qui), il duo sardo degli Omelettes du Mal ha pubblicato La maison vide. Ep composto da tre tracce, questo lavoro racconta il peso del lockdown e apre un’altra finestra, dopo il disco, sulla personalità del duo dai testi italo-francesi.
Per conoscere meglio Eleonora Matuozzo e Giuseppe Tradori e farci portare nella loro casa vuota, abbiamo scambiato quattro chiacchere con loro.
-Omelettes du mal… Un nome particolarissimo! Come mai avete deciso di chiamarvi così?
Quando l’abbiamo scelto avevamo già scritto diversi pezzi, come Théière e Pas important, e avevamo deciso di portare avanti la scelta stilistica del bilinguismo italiano-francese.
Con i testi volevamo creare un nostro microcosmo che fosse caratterizzato da questa alternanza. Volevamo quindi un nome francese, che risultasse però poco serioso. Abbiamo dunque scelto di fare un riferimento ironico al grande Baudelaire, uno dei nostri autori francesi preferiti, prendendo i suoi Fleurs Du Mal e trasformandoli in Omelettes Du Mal.
-Un LP (Le poids d’être perdu) e un EP (La maison vide) in poco più di 4 mesi sono veramente tanta musica, soprattutto considerando che si tratta di un esordio.
Avevate tanto materiale già pronto o il vostro lavoro di questo 2020 è frutto, come dire, di un’urgenza creativa?
Non avevamo e non abbiamo nulla pronto.
Avevamo una forte urgenza di scrivere tanti testi e tanta musica, il covid ha amplificato questo bisogno e inizialmente ne ha soffocato i mezzi.
Il disco avremmo voluto pubblicarlo molto prima, contiene i nostri primissimi pezzi ma, tra quarantena ed esami, abbiamo dovuto rimandarne di diversi mesi la chiusura e quindi la pubblicazione.
Quando è uscito sentivamo già una nuova voglia di metterci a scrivere pezzi nuovi, essendo all’inizio del nostro percorso artistico abbiamo fatto la scelta di pubblicarli appena pronti, in modo da dare agli ascoltatori dei nuovi contenuti nell’immediato; anche perché sapevamo essere un progetto a sé stante e non parte di un disco.
-Due album, due titoli in francese, molti ritornelli nella lingua d’oltralpe.
Da dove viene questa scelta stilistica?
Eleonora ha studiato per diversi anni il francese e l’ha potuto parlare le diverse volte in cui è stata in Francia, tuttora ha amiche e amici francesi con cui ha tenuto i rapporti. È quindi molto legata alla lingua e alla Francia in generale, così abbiamo scelto di renderla una caratteristica del duo, pensiamo sia una scelta distintiva.
-Parliamo un po’ di La maison vide: più che nel vostro album, emerge il disagio del lockdown che tutti e tutte stiamo vivendo.
Quanto questa situazione ha influenzato la vostra musica?
Tanto. In generale ci ha demoralizzati, ma in un secondo momento abbiamo saputo usare la musica come valvola di sfogo. Abbiamo descritto in versi come ci sentivamo e cosa pensavamo, creando dei nostri mondi di storie raccontate e allo stesso tempo mettendo da parte per qualche minuto la realtà. Abbiamo fatto della nostra musica il nostro Decameron.
-Di cosa è vuota la maison vide?
La maison vide è vuota di tutto. Le manca l’ossigeno, la pace interiore, un riferimento. Senza rendersene conto si è ritrovata da sola in mezzo al nulla, senza nessuno al suo interno a tenerla calda.
-Come descrivereste il vostro lavoro fin qui? Che progetti avete per il futuro?
Ci piace quello che stiamo facendo, soprattutto perché ne avevamo bisogno. Ogni nostro testo lo abbiamo scritto con una forte motivazione interiore. Più che una pianificazione dietro questi primi lavori c’è tanta necessità. Per il futuro abbiamo in mente diverse cose, ma ora non abbiamo fretta, tutto verrà da sé.
-Porterete la vostra musica live? Avete progetti (covid permettendo) in questo senso?
Speriamo vivamente di sì. Stavamo già programmando qualcosa ma il covid ha fatto saltare tutto. Speriamo il prima possibile di poter raggiungere anche questo piccolo grande traguardo. Vista la situazione pandemica non pensiamo sia uno scenario immediatamente prossimo, ma di questo passo senza dubbio, se ci saranno dei live, avremo tanta musica da suonare.