“ChiamamiFaro” per la musica italiana

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Definirsi un luogo e nascondersi nell’aritmetica: Chiamamifaro è una sorgente di luce molto ampia sull’oceano indie-pop italiano, capace di sfumare la composizione di un duo in una sola entità compatta e sinergica. “E’ un duo” perché è formato dai compagni di liceo Angelica Gori e Alessandro Belotti, “ma” al tempo stesso “considerabile uno solo“, come fosse una struttura solitaria che vibra con i suoi movimenti, fra festival, aperture e propri live generando un fascio luminoso sui giovani di sempre più grande portata. Dagli esordi bunker in età pandemica nel 2020 con “Pasta Rossa” ai live in piazza con i fedelissimi di Telegram al ritmo dell’album “Post Nostalgia” c’è un percorso fitto e graduale, ma con l’umiltà e la consapevolezza dei mentori è tutto più bello e naturale. Ce lo ha raccontato Angelica, la voce del progetto “Chiamamifaro”, fra una tappa qui e lì dello Stivale tramite il fascio luminoso dello smartphone.


Ciao Angelica, o meglio “ChiamamiFaro”. Ci spieghi brevemente perché ti sei voluta definire così e con quali aggettivi ti riconosci?

Ciao Luca, dichiamo che “Chiamamifaro” ha una storia romantica dietro, perché quello è il posto del cuore dove mi piaceva andare e dove ho capito che avrei provato a fare musica. Per i termini mi verrebbe da definirmi diretta, normale (banale, se vuoi anzi) e…vera.

Esordi e incontro con Riccardo Zanotti dei PTN


Il faro però è anche un luogo da molti considerato come generatore di luce di speranza, quella alla quale ti sei potuta aggrappare nel periodo pandemico nella tua Bergamo, quando stava nascendo il tuo progetto...

Devo ammettere che qui è stato tosto, ma devo dire che proprio la musica è stata un grosso collante per la nostra famiglia. Infatti la schitarrata dopo cena era un momento che dava leggerezza in giornate così tristi e generava qualcosa da fare, perché poi il vero problema per noi giovani è stata la noia, cioè avere poco da fare e tanto tempo. Io l’ho provato a sfruttare anche per conto mio, non tanto per scrivere nel primo periodo quanto per testare e imbastire questo progetto che poi a maggio 2020, con l’ingresso in studio abbiamo iniziato a concretizzare.



Un progetto che ha visto un amore a prima vista in Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari, tutt’ora produttore dei tuoi pezzi. Com’è capitato questo incontro e cosa sta apportando nel tuo percorso?

Non ci crederai, ma è avvenuto nella maniera più casuale. Nonostante avessimo amici in comune essendo entrambi di Bergamo, ci siamo beccati a un festival fuori città e da uno scambio di chiacchiere mi sono buttata e gli ho fatto ascoltare le mie prime bozze autoprodotte sgangherate. Lui fu il primo a credere nel mio progetto, quasi ancor prima di me stessa, dandomi una forte iniezione di fiducia. Da lì è nata una grandissima amicizia – sfociata pure nelle aperture in molti live dei PTN in giro per l’Italia (ndr) – che mi ha fatto crescere moltissimo. Stare assieme a lui in studio è come una scuola dove impari tanto.

Dettagliatamente notiamo come tu abbia scandito a piccoli passi la tua carriera, facendo trascorrere mesi fra singoli, EP e album: un tentativo controcorrente all’immediatezza richiesta dall’industria musicale?

Guarda, in un periodo storico così rapido, dove le sorti di un cantante posso cambiare in un attimo, io credo ancora nella coltivazione di una fan base fedele ed affezionata, che ti riconosca prima come persona anziché come artista. Quindi reputo di aver fatto le cose coi tempi giusti, senza bruciare le tappe e soprattutto prendendomi pubblico nei live, quando si sviluppa il momento cruciale se decido o meno di continuare ad ascoltare quel determinato cantante.

Il rapporto coi fan e il futuro



Non a caso hai creato un canale Telegram…

Sì esatto, ho un gruppo nato per caso che conta ora 500 persone nelle quali ci scambiamo chiacchiere e dove gli stessi fan si sentono partecipi di questo progetto. Sembrerà una cavolata, ma credo che quando tu dai qualcosa in più e vuoi bene a chi ti segue loro ricambiano il triplo: è una cosa piccola ma fa la differenza!

ChiamamiFaro al Circolo Magnolia (Luglio 2022)



Questo amore è stato percepibile in questo infinito tour che ti ha catturato da Maggio e ti porterà fino a Ottobre: cosa ti porterai nel cuore e quali altre prospettive ti stai aprendo per il futuro?

Innanzitutto ricorderò per sempre che non si mette mai un pieno di benzina in un furgone a diesel -ride ndr. E poi sto imparando a differenziare sempre più gli approcci ai live, dal momento che li ho avuti diversificati per ogni tappa. Quando ho fatto le aperture ai Rovere – col quale ha collaborato nella hit estiva “Sottacqua” – o ai PTN ho dovuto lavorare il triplo per catturare l’attenzione e intrattenere il pubblico, mentre quando mi sono trovata ad allestire un mio live mi sono sentita a mio agio e mi sono potuta “sciogliere” nel modo migliore possibile. A priori da come finirà – quasi quasi vorrei che non finisse mai! – sento di essermi già stra-divertita e di felice di come siano andate avanti queste collaborazioni.

Chiosa finale: rimarrai nell’indie o virerai sul pop?

Secondo me è diventata in questo momento superflua questa differenza, perché molte volte i due mondi si sovrappongono e combaciano. Forse parliamo di indie solo per il tipo di scrittura usata perché poi diciamocelo l’indie senza etichette non esiste più. Quindi più che un genere, preferisco identificarmi con prodotti sinceri e fatti bene , portando avanti obiettivi che già sto iniziando a intravedere sempre di più. Fare musica che piaccia a me e speriamo anche agli altri!



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