Flora è tornata per parlarci dei suoi “Demoni” personali. Dopo l’inno alla vita e alla spensieratezza che abbiamo sentito in “Marechiaro”, siamo passati a un tema più introspettivo.
Ognuno di noi ha i propri “demoni” ed è giusto che li abbia, come ci ricorda Flora. Questo nuovo singolo parla proprio della capacità di ognuno di noi di accettare le proprie debolezze.
Intervista a Flora su “Demoni”
Il tuo nuovo singolo “Demoni” è quasi un’antitesi alla tua precedente “Marechiaro”. Cosa ti ha spinta a scrivere questi due brani contrastanti nel contenuto?
“Marechiaro” e “Demoni” rispecchiano i due lati complementari ma contrastanti della mia persona: da una parte l’energia positiva, l’euforia, dall’altra una visione più tormentata dell’esistenza, l’ansia, le paranoie. Ho accettato queste due parti di me grazie ad un lavoro di introspezione. La scrittura poi è venuta naturalmente.
“Demoni” è il tuo modo di accogliere il lato più ansioso e tormentato di te stessa. Ti è stato facile accettare questa tua indole? La musica ha avuto parte importante?
Non è stato facile e probabilmente la musica ha contribuito ad alimentare le mie ansie. Avere un obiettivo di vita, decidere di dedicarsi in toto allo sviluppo di una carriera musicale talvolta è difficile. I traguardi si fanno sempre più importanti, il lavoro è tanto. Sto pian piano riuscendo a lasciare indietro questo aspetto per dedicarmi unicamente a ciò che di bello può darmi la musica: le emozioni, l’adrenalina, la ricerca infinita, l’euforia.
Mantieni un’impronta musicale molto dance ed energica nonostante il tema oscuro che affronti. Questo significa che ballare coi propri demoni è la chiave per stare meglio?
Nei miei brani porto un messaggio di accettazione, di normalizzazione e ho voluto scegliere un sound dance per sottolineare la tematica di cui parlo che risulta ancora più enfatizzata dalla ritmica quasi ossessiva.
Il cantautorato è una parte fondamentale della tua ricerca musicale. A chi ti ispiri nella scrittura dei pezzi? Quali sono le tue principali influenze?
Nel momento della scrittura cerco di non ispirarmi ad un artista in particolare. Prima di organizzare l’arrangiamento e pensare alla produzione realizzo però una playlist di reference che mi serviranno per entrare nel mood del brano sul quale sto lavorando e dalle quali posso attingere per i dettagli sonori. Ho dei riferimenti musicali molto eterogenei e i miei ascolti cambiano molto in base al periodo della vita che sto vivendo. La costante rimane il cantautorato italiano: Battisti, la scuola genovese, Rino Gaetano, Gaber. In questo periodo spazio dai The Weeknd, Daft Punk a De Andrè ed Elodie.
Dal lato della produzione sei accompagnata da Francesco Pisapia. Perché hai scelto proprio lui per la tua musica, al punto da integrarlo anche nella produzione di “Demoni”, curata principalmente da Renato D’amico?
Avevo bisogno di una persona che potesse dare ai miei brani un sound più elettronico, contemporaneo, i cui ascolti e reference musicali si discostassero molto dalle mie. In Francesco ho trovato un producer che rispecchia queste caratteristiche, una persona attenta e pignola come me, un lavoratore talvolta maniacale. Per questo ho scelto di affidargli la produzione dei miei futuri lavori e di integrare il suo gusto musicale nei due brani che avevo già prodotto con D’amico nell’ottica di creare un lavoro il più possibile omogeneo.
Nasci e cresci a Roma, ma nella vita hai viaggiato tanto per studiare musica. Perché decidi di approdare a Milano? Trovi più ispirazione nella bella Roma o nella tua attuale, ed immagino frenetica, vita milanese?
Milano è un vortice di energia pazzesco, non saprei immaginarmi in un posto diverso in questo momento della mia vita. Qui ho trovato tanti stimoli, ho incontrato persone meravigliose, ho messo radici concrete per il mio futuro musicale. Mi sono trasferita attirata all’idea di città perennemente in movimento che talvolta sembra soffocante ma al contempo restituisce grandi soddisfazioni. Certo, Roma rimane la città più bella del mondo, la mia vera casa, e probabilmente il posto dove tornerò a vivere tra qualche tempo.
L’ispirazione riesco a trovarla un po’ dappertutto fortunatamente. Oramai le mie canzoni non sono più legate unicamente all’idea di ispirazione ma anche alla pratica.
Per concludere con la frase finale di “Demoni”: “Mi tengono sveglia, a immaginare, un altro finale, lontano da qui”. Se ti chiedessimo ora, che finale ti stai immaginando?
Nel brano faccio riferimento ad un finale alternativo a quello che nei momenti di panico e di ansia sembra essere un finale già scritto: un finale fatto di buio e nessuna soluzione, di rassegnazione. Quello che invece immagino per me è un finale luminoso, fatto di passione, amore, serenità e bellezza e ovviamente musica. Il finale che vorremmo un po’ tutti:)