A tu per tu con la sfacciata (e rivoluzionaria) irriverenza glam di Sibode Dj

In occasione dell’uscita del suo ultimo singolo “Suko” (e il titolo già dice molto, ma non tutto: scoprite da voi che significa, oggi, prendersi “alla leggera sul serio” ascoltandovi il brano), abbiamo fatto qualche chiacchiera con Sibode Dj, alter-ego – ai limiti, talvolta, della nemesi – di Simone Marzocchi (Orchestra Corelli e Teatro delle Albe).

Sibode DJ, sei un pazzo. Spero ci concederai quest’esordio, che ci pare più che azzeccato alla luce della tua discografia e della recente uscita di “Suko”, il tuo secondo singolo per Brutture Moderne. Ce li dai tu, tre aggettivi attraverso i quali inquadrare la tua musica?

Ciao Indielife (si pronuncia indilaif), come va? Ve lo concedo…per stavolta (ride N.d.R.) [l’ho scritta io la N.d.R., in realtà non ho riso]. Certo, ve li do io gli aggettivi:

1.forte 2.ganza 3.sexy 4.quattro.

Come è successo che Simone Marzocchi si è trovato un giorno soppiantato dalla forza propulsiva di Sibode DJ? E’ oggi una coesistenza pacifica o turbolenta?

Ah sì, come successo? Sibode era lì che spingeva, e spingeva, no? quindi c’era già dentro, e poi un giorno…tac! è saltato fuori, così, ed ha iniziato a ballare e cantare e ad insultare la gente, Simone era ammutolito, però poi ha visto che si poteva farci dei soldi… La convivenza non è pacifica, Sibo odia Simo, però Simo sta imparando a lasciare lo spazio a Dj… spero possa andare meglio in futuro…

“Suko”, tra l’altro, ha un video piuttosto intenso ed efficace a chiarire fin da subito la forza eversiva e irriverente di Sibode DJ, che ha evidentemente fatto a pezzi il Simone più composto. La tua musica, a nostro parere, gode di un alto livello di “performatività”: secondo te, oggi, esiste ancora il genere? O è solo un discorso di quanto si interpreta più o meno efficacemente la “parte sessuale” che ci sentiamo calzare meglio addosso?

Simone è spacciato, ahahah! Mah… credo che sia la seconda cosa che dici, quel “calzare meglio addosso” mi piace molto. E poi mi è piaciuto quando hai detto “la tua musica gode”. Dal vivo sì, dicono che sono molto performante, la mia musica è fatta anche da una componente visiva abbastanza forte.

Dicci i tre dischi preferiti di Sibode Dj e mandaci a quel paese nel modo più glamour che puoi.

”The shape of punk to come” dei Refused, “The decline” dei NOFX, “Dalla” di Lucio Dalla, “Il mondo è come te lo metti in testa” di Giovanni Truppi, “Thriller” di M.J., tutta la produzione di Domenico Bini. Grazie per questa bella intervista, baciatemi le chiappette.

ESSEHO torna con Michelle

di Benedetta Fedel

ESSEHO, ispirato dalla famosissima canzone dei Beatles, ci regala un altro singolo in cui ci parla della sua personale Michelle.

ESSEHO, identikit

Classe 1997, Matteo Montalesi a soli 24 anni è di tutto e di più: autore, polistrumentista e produttore – tra le altre cose, anche della super emozionante Pillole di Ariete – nella sua amata Roma.

Per essere più precisi, nella sua amata Roma sud. ESSEHO si definisce “orgogliosamente di Roma sud“, che è il luogo in cui vive, esce e inizia a studiare musica da piccolissimo alla Scuola Popolare di Musica di Testaccio.

E da qui la musica, in tutte le sue forme, non lo abbandonerà più.

Inizia a lavorare per l’etichetta Bomba Dischi come produttore per Arianna Del Ghiaccio, in arte Ariete, durante il lockdown, “prova” che supera con la lode, dato che ora è entrato a far parte degli artisti.

ESSEHO tra le nuove proposte di Bomba Dischi per l’evento Adidas Originals meets Santeria

Bambi e Costellazioni

Bambi è il primo singolo di ESSEHO, uscito nell’ottobre 2020. Il titolo deriva da nomignolo affettuoso (“come dire tesoro o cucciola” afferma il cantautore) e non potrebbe essere più leggera di com’è.

Nato in collaborazione con i produttori Amanda Lean e Not For Climbing – che abbiamo visto di recente nell’ultimo disco di Venerus – viene prodotta anche da Niccolò Contessa e Sine.  “La canzone parla della fine di una relazione e l’inizio di un’altra” ci dice il cantante romano. Vuole essere un pezzo brioso, leggero, nonostante la storia di coppia.

Questo lo si nota bene non solo dalla linea melodica, ma anche dal video: una ragazza – Giulia Alfeo – che va in skateboard per le strade di Lisbona.
La canzone scatta una fotografia di una giornata tipo, raccontando ciò che accade mentre accade. Immagine dopo immagine racconto ciò che vivo”.

ESSEHO – Bambi (Official Video)

Sullo stesso stile di Bambi, ma questa volta prodotta da ESSEHO stesso, esce Costellazioni nel gennaio 2021.

Il pezzo si presenta più come un personale flusso di pensieri, una serie di scenette che ci troviamo davanti agli occhi legati ad una lei per cui si prova tanto ma di cui forse non ci si fida ancora del tutto, anche se lui se la ritrova già addosso e punge come le briciole nel letto.

E tra tutte le cose che vanno male, la pioggia, lo schermo rotto, basta vederla lì, che canta sotto la doccia come una Barbie e lo trasporta in un altro universo. Giochiamo a sasso, carta e morsi.

Copertina del singolo Costellazioni

Considerazioni a riguardo

Già i primi singoli ci dicono molto dell’artista romano, che sembra avere molto chiara la linea da prendere musicalmente, direzione, se ci pensiamo, abbastanza originale: un mix di chitarra acustica più “classica” – onnipresente, tratto quasi distintivo, direi – mischiata ad un beat moderno.

Dal punto di vista testuale, non è un caso che si parli della vita dei tutti i giorni, ed è ESSEHO stesso che dice che vuole mostrarci quelli che chiama dei “quadretti intimi“.

Il suo profondo legame con la musica è molto visibile se lo si guarda suonare live, cosa in cui, nonostante la giovane età, non è di certo alle prime armi, dato che ha sempre suonato il più possibile in giro per Roma.

L’emozione che trasmette è molto rara, ed è capace di farla arrivare come uno schiaffo dritto in faccia, anche se siamo divisi da uno schermo.

Per questo ESSEHO non ce lo immagineremmo da nessun’altra parte se non dove sta: davanti ad un microfono acceso con una chitarra tra le mani.

ESSEHO – Hideout #3 – Bomba Dischi

Michelle – ESSEHO

Michelle, ma belle
Zucchero filato
Non mordere

Ma quanto mi va

Questo ritornello ci si incastra nella testa anche contro la nostra volontà. ESSEHO, un po’ alla Polaroid di Carl Brave x Franco 126, si riconferma e forse diventa ancora più consapevole della sua capacità di “pittore” più che di cantante, nella creazione (quasi visiva) di queste scenette, quadretti, molto intimi.

E quindi, sull’inconfondibile chitarra acustica, canta alla sua Michelle che sono passati sei mesi, anche se sembra ieri.
E ce lo vediamo quasi davanti mentre si pizzica i piedi con i suoi orecchini lasciati per terra, strapparle le calze a rete nelle notti di passione e brindare Passito in bicchieri di plastica.

È il consolidamento di una relazione che è iniziata da poco, e ci ritroviamo a pensare con un sorriso – e forse anche un briciolo di malinconia – a un momento che tutti abbiamo vissuto e che ESSEHO sa descriverci e trasmetterci bene, dando alle parole scelte una grande potenza visiva.

ESSEHO rimane coerente con la presa di posizione che avevamo visto in Bambi prima e in Costellazioni poi, restando legato, sia musicalmente che testualmente, a un genere (o forse è meglio dire una modalità) ben preciso.

L’omogeneità è qualcosa che apprezziamo molto di questo artista, perché sa non essere mai, comunque, scontato.

Mahmoud Saleh Mohammadi Between Iran, Italy, and Japan

Cultural Integration Through Carpets

By Chiara Barbagallo

Iran, Italy, and Japan are geographically very far one from another; while in artworks by Mahmoud Saleh Mohammadi (Iran 1979) they coexist and they connect enriching each other.

In particular, in Persian Marriage series, the artist celebrated the union between a Persian carpet and a door, a chair, or a wooden blind coming from Italy.
Being inspired by Japanese technique kintsugi – which repairs broken potteries joining pieces with liquid gold or silver – Mohammadi linked the elements of his series using gold leaves. In this way he melted cultures very different between each other.

Moreover, in those artworks, the artist wanted to play on linguistic differences he discovered since, about ten years ago, he moved to Milan for studying: in Persian, in contrast to Italian, objects’ names have a neutral genre and the verb to marry is only used to mean the union between two people and not metaphorically. Therefore, Mohammadi ‘matched in a marriage’ a carpet (of a male genre in Italian) with objects referred in Italian with a female genre.

The Iranian artist often uses Persian carpets in his artworks because they are a symbol of his native culture. But he seldom lays them down on the ground and, aside from juxtaposing them to other furniture’s elements, he hangs them on the walls as paintings, he makes them the main part of his installations, and he shapes them in a sculptural way.

In Persian Calligraphy series, Mohammadi uses carpets as canvases drawing on them calligraphic lettering obtained by the application of golden leaf layers. Writing on such surfaces, which aren’t blank but have their own ornamental component and a specific cultural background, creates a plus value to carpets enriching past with present.

In Farsh-Persian Calligrafi B #03 the artist, re-evoking siyah mashq[1], repeats letter B[2] in Persian calligraphic lettering to lose its meaning through the repetition and to transform it in a precious decoration.

Carpets with golden leaf drawings were also in the installation Touch with Eyes created for a runaway show of the fashion designer Antonio Marras. This artwork’s title assumes that surfaces can be ‘touched’ through sight; it’s not just a simple synaesthesia because it’s important for the artist to create immersive experiences in which all senses are, as he says, “activated“.
This concept of total involving can also be found in his project Take a Walk on my Culture represented by the symbolic picture of two people’s feet on a Persian carpet: walking on this emblematic object with a millennial history, and so feeling it with touch, can make people know a culture absorbing all its beauties and peculiarities.

Mahmoud Saleh Mohammadi also used oriental carpet as a sculptural element and he hung it from the ceiling. In Hanging Gardens, he chose a specific type of manufact, the one with floral decoration, to refer to Babylonian hanging gardens’ memory. Moreover, the choice to make them float from the ceiling refers to the position of those gardens which, according to the tradition, were said to be between earth and sky.
Ruffling the surface, he gave them a dynamic shape thus allowing the audience to see them like clouds.

In conclusion, in each way Mahmoud Saleh Mohammadi uses carpets he always succeeds in keeping alive cultural memory of his country while melting it with objects, techniques, and thoughts coming from all over the world. Indeed, contamination, even if it was born as a negative concept of introduction of external and harmful elements, in our age of globalization is now become a synonym of enrichment and union between diversities.


[1] Siyah mashq is the technique used by Persian calligraphers to warm hands and to refine letter writing
[2] Letter B is sacred for Sufis

Useful links:   mahmoudsalehmohammadi.com
instagram.com/mahmoud.saleh.mohammadi/

Photo courtesy of the artist

La Nostralgia dei Coma_cose

Nostralgia= 6 tracce +1

Sono 6 tappe, quelle di una vita sospesa da più di un anno, a guardarsi indietro scavando nel passato privato, intimo. Sono 6 tappe a raccontare il presente pensando con nostalgia al prima con Discoteche abbandonate come i bicchieri che ci lasciavamo dentro, in giro tra scale e bagno, tra un pezzo techno e uno pop. Ci sono Mille tempeste emotive che affiorano nei nostri scontri. Ci sono le fiamme negli occhi che si incrociano e si scanzano e poi c’è la voglia di normalità, uno strano bisogno di fare qualcosa di buono, qualcosa di normale alle 5 di mattina, come Zombie al carrefour. Nella somma ci sono almeno…

Novantasei buoni motivi per ascoltare questo disco

L’abbiamo aspettato con pazienza, soprattutto perché cullati dal brano sanremese Fiamme negli occhi e dalla speranza di ascoltarlo dal vivo. Parlo del nuovo album altamente infiammabile, dei Coma_cose: un tumulto di emozioni, come loro son capaci a regalarci, che si incastrano, per citarne un’altra, nelle tasche dei giubbini dei maschi.

La Nostralgia

Una traccia dopo l’altra, un’era dopo l’altra. Un concept album che dà l’impressione di un racconto dall’infanzia all’età adulta di una vita fatta di sbagli, di musica, attese, sogni, grandi sogni, dalla periferia alla grande città. Due vite, quelle di Francesca e Fausto, che si sono incontrate per caso e si mescolano, distinguendosi tra loro, in un disco che, dopo Hype Aura, può dare una grande svolta ai Coma_cose adesso che il loro pubblico è cresciuto tantissimo grazie alla vetrina del Festival della musica italiana.

Un punto di vista singolo, come scrittura, è un disco diverso dal nostro solito. Le canzoni hanno un mood un sound che un po’ si discosta dal passato.

Francesca Mesiano Coma_cose
post instagram Coma_Cose

I Coma_cose di Anima Lattina

Questa nuova versione dei Coma_cose può sembrare davvero distante dal solito mood dei loro pezzi, ma mi ricorda tanto la sensazione di malinconia dei Coma_cose di Anima Lattina. Si sente a pieno, in questo disco, quella parte del loro modo unico di guardare il mondo, che abbiamo sempre percepito nei brani dei Coma_cose. Si parla tanto di amore in questo disco, di voglia di libertà, di necessità, della sospensione dalla vita “normale” ma soprattutto i due artisti vogliono trasmetterci un msg importante: la forza di non arrendersi alla disillusione che un po’ con l’età arriva a mescolarsi e a prendere il posto della speranza, della voglia di fare.

Ogni canzone è diversa, un piccolo viaggio a se stante sia musicale che testuale. C’è un fil rouge che cuce queste canzoni traslate dal discorso della copertina due bambini che vanno a fuoco così come potremmo essere noi da adulti, il fuoco dell’infanzia è qualcosa che ti arde, che ti muove per cambiarti, per costruire quello che sarà la tua vita crescendo e questo fuoco che rischia di essere ammaestrato, bruciare meno.

Fausto Zanardelli Coma_cose

Il pezzo più intimo di Nostralgia

Tra queste 6 tracce del nuovo album dei Coma_cose c’è l’apprezzata Fiamme negli occhi che è stata molto idolatrata per gli sguardi intensi dei due artisti sul palco dell’Ariston. Personalmente non voglio ricollegare la loro esibizione esclusivamente a questo. Ma, come si è detto, si parla anche tanto di amore in questo album. Uno dei brani di cui Fausto e Francesca hanno parlato moltissimo in una conferenza pre uscita del disco è La canzone dei lupi. É in questo brano che si sente la loro Nostralgia, la loro versione più intima dell’amore, del modo di affrontare il loro rapporto e di vedere una relazione crescere. É così che ne parla Fausto:

La canzone dei lupi è un grande manifesto di libertà, una promessa che ci facciamo del rimanere integri al di là di quello che succede nella vita.

Fausto Zanardelli

Musica da concerti con le sedie

Cito I Ministri per descrivere questo genere musicale affrontato dai Coma_cose in Nostralgia (Asian Fake). Come dicono Francesca Mesiano e Fausto Zanardelli, si tratta di un album adattabile a questo periodo di restrizioni dove è sicuramente più fattibile un concerto con le sedie, senza troppi contatti tra le persone, insomma un’album non troppo ballabile. É un modo per superare le difficoltà di questo periodo, è un modo per tornare al più presto sul/sotto il palco e godersi la musica live che tanto ci manca. Detto ciò…

Buon ascolto!

Un té (da golden hour) con Tamì

Oggi abbiamo avuto il piacere di intervistare Tamì, artista romana ma che attualmente vive in Inghilterra per studiare produzione musicale. Ma nell’intervista ci parlerà non tanto della sua vita personale quanto del suo nuovo album “Primo ottobre”, fuori dal 2 aprile per Uma Records. Buona lettura!

Ciao Tamì, benvenuta! Iniziamo subito col chiederti di presentarci il tuo album d’esordio con Uma Records, dal titolo “Primo Ottobre”!

“Primo ottobre” è il mio primo lavoro significativo, ho raggruppato canzoni ispirandomi a generi diversi e cercato di presentare me e la mia identità artistica. I temi sono principalmente l’amore, la crisi esistenziale, l’incertezza e le domande sull’universo. È stato un mio percorso nel cercare di capire chi sono e di descrivere la malinconia che a volte mi avvolge, che inizialmente mi faceva sentire molto triste mentre ora abbiamo fatto amicizia. 

Se il titolo del tuo album coincide con la tua data di nascita vuol dire che sei una bilancia: quanto credi di essere equilibrata nella vita come nella musica? 

Sì, ci avete preso, sono della Bilancia! Mi piace molto il mio segno zodiacale, tendo a essere in armonia con tutto, ma sinceramente nella vita non sono per niente equilibrata anzi sono abbastanza un disastro… nella musica pure, non ho una routine precisa, non scrivo tutti i giorni, scrivo solo quando mi capita di sentire qualcosa.

Qual è la canzone dell’album che credi possa descrivere al meglio la tua condizione attuale?

“Non so chi siamo”, è la crisi esistenziale.

Sappiamo che vivi a Liverpool, cosa ti porta a produrre un album in Italia piuttosto che in Inghilterra?

Sono a Liverpool a frequentare la LIPA, scuola di musica fondata da Paul McCartney, sono qui per imparare nuovi contenuti e arricchire la mia musica. Sto studiando produzione musicale per imparare il mestiere, ma la vedo una cosa separata dalla mia carriera in Italia.

Quanto ti influenza il luogo in cui vivi per la scrittura dei tuoi testi e della musica? 

L’Inghilterra mi aiuta molto a scrivere, ha dei paesaggi molto malinconici e dei bei tramonti e soprattutto dei campi verdi infiniti. Sicuramente parte della mia ispirazione arriva dal ‘mischiarmi’ con i paesaggi, la pioggia o la foresta o i tramonti. È importantissimo per me. La canzone ‘Sabbia’ l’ho scritta durante la golden hour sulla spiaggia di Swansea.

Costello’s: due mesi di dischi

Per Costello’s due mesi pieni di dischi

L’etichetta Costello’s ha in cantiere due mesi ricchissime di uscite. Tra la fine di aprile e giugno, infatti, sono previste ben otto uscite, tra molti esordi e qualche ritorno sulla scena.
Abbiamo ascoltato un po’ di anteprime, ecco qualche nostra impressione, divisa per mesi.

(Quasi) Tutto il 23 aprile

Nonostante siamo già a metà mese, le ultime due settimane di aprile vedranno l’uscita di ben cinque lavori.
Il 23 aprile in particolare sarà una data caldissima, con ben tre esordi nello stesso giorno.
Piccolo album colorato è il primo Ep di Davide Diva, cinque tracce che alternano spensieratezza a momenti di solitudine e tristezza, il tutto con pochissimi effetti elettronici e molto intimismo.
LaPara debutta con Tutti gli animali del mondo. Anche questo gruppo di Bologna, caratteristico per i testi surreali e le basi lo-fi spesso votate al trip-hop, presenta una cinquina di brani che tengono compagnia e non impegnano troppo l’ascoltatore.
L’ultima uscita del 23/04 è quella della band svedese Barbarism. Zugwang è un Lp indie-rock in lingua inglese che richiama le sonorità di band come i Placebo, mai esplicitamente cupo ma sempre appannato, triste e nebbioso. Tra ballad e brani soft rock, le nove canzoni di quest’album lo rendono un ottimo colpo sul piano internazionale per l’etichetta di lancio.

La Para - Costello's records

L’aprile di Costello’s

Dopo il 23 ci saranno altri giorni di musica per la casa discografica.
Il 27 sarà infatti la data di pubblicazione di Tutto a posto, di Bongi. Anche qui siamo di fronte ad un album con cinque tracce all’insegna del crossover pop, con tantissimi sintetizzatori e molto interessante per i suoni presenti in questi brani.
L’ultima uscita del mese sarà, il 30, Sometimes, primo tassello di un trittico firmato Caveleon. 5 frammenti che andranno a comporre, insieme ad altri 10 spalmati su due Ep, un Lp. Fortememente sperimentale ed elettronico, questo primo Ep è improntato alla ripetizione di frammenti elettronici tipica della vaporwave, ma non mancano i brani vocali, in cui sintetizzatori e chitarre elettriche accompagnano le melodie oniriche delle voci maschile e femminile che si intrecciano nell’album.
Un lavoro da aspettare con impazienza.

Sometimes

Due uscite a maggio

A maggio sono in arrivo due lavori.
L’11 Costello’s distribuirà Affondo, in uscita per Muzic Italien. Il suo autore, Rugo, ci porta in un viaggio musicale tipicamente indie per quanto riguarda i testi, ma con molte incursioni elettroniche nella produzioni.
Tre giorni dopo, il 14 maggio, uscirà Sdeng, il ritorno rock di Altre di B. Il fascino della classica formazione voce-chitarra-basso-batteria è inevitabile, dunque le dieci tracce di questo disco non possono lasciare indifferente soprattutto chi non vede l’ora di poter tornare a sentire concerti dal vivo.

Rugo - Muzic Italien - Costello's records - Indielife.it

Il giugno di Costello’s: un ritorno ed una nuova artista

Il primo mese d’estate si aprirà, l’1, con Lp Two.Pathetic.Souls (Ma.Ra.Cash Records) un viaggio in nove canzoni tra elettronica, chill ed ambient. Di questo disco il pubblico dovrà apprezzare la varietà e, soprattutto, la cura delle produzioni.
L’11 giugno si chiuderanno questi due intensissimi mesi etichettati Costello’s, con l’esordio omonimo di Clairedemilune, che presenta un Ep con quattro brani in cui la nota più interessante è la vocalità dell’artista.
Tanta carne al fuoco e moltissimo materiale interessante. Aprile-Maggio-Giugno saranno mesi pieni di musica.

Gli AMBER pubblicano Hobby, l’album d’esordio della band di Vigevano.

Da poco è uscito il primo disco degli Amber, un album che pone il quesito sulle emozioni, sui sogni e la voglia di emergere, sentimenti che ci fanno andare avanti e immaginare quello che sarà il nostro domani.

La band di Vigevano ha alle spalle una lunga storia di musica e concerti sperimentando all’inizio la lingua d’oltre manica per poi virare verso italiano, molto più semplice e vendibile in un mercato, il nostro, che non accetta altre lingue dalle band italiane, un po’ per pigrizia un po’ per campanilismo.

Hobby, questo il titolo dell’opera, è il loro primo album e parte da lontano. Il primo singolo è del 2018 e l’ultimo, Replica, è uscito poco prima la pubblicazione di tutto il lavoro.

Hobby è un album che scorre veloce, piacevole all’ascolto e alla fine ti viene voglia di riascoltarlo di nuovo. Lo collocherei a metà tra il pop e l’it-pop con un’introduzione che potrebbe far pensare ad un lavoro molto più elettronico di quello che effettivamente è tutto il resto dell’album.

Se mi venisse chiesto di fare una classifica tra i brani migliori di questa tracklist, al primo posto metterei, senza ombra di dubbi, Replica. Al secondo posto 21 e poi Alice.

Gli Amber sono una band da assaporare sotto ad un palco e questo potrebbe, in questo momento, essere penalizzante per la promozione di Hobby che, per motivi ormai noti e di cui nessuno ha più voglia di parlare, non potrà essere portato in giro come merita almeno per ora.

Quanto sarebbe stato bello poter pubblicare anche il banner delle date del tour insieme all’album? Scusate il momento di nostalgia!

Il filo conduttore di Hobby è sicuramente l’eterna incertezza di quello che è il futuro e cosa ci riserva, come sarà la vita tra qualche anno, dove troveremo spazio e cosa faremo da grandi. Il mondo sonoro è interessante, fresco ma allo stesso tempo maturo. Non mancano gli ormai tanto gettonati “tastieroni” che colorano parecchio la composizione lavorando in armonia con la ritmica.

Il suono è quello di oggi. Un suono molto schiacciato che personalmente non amo molto, ma mi arrendo alle logiche dello streaming e dell’orecchio musicale 2021.

Insomma, Hobby è un bell’album e oltre che alla scrittura e al modo di presentare questo lavoro, va apprezzato anche il coraggio di pubblicare un intero album, cosa ormai rara.

Speriamo solo di poter ascoltare presto cose nuove, di vederli su un palco e gli auguriamo di restare uniti, in piedi e di continuare su questa strada.

Buon ascolto!

Scrivere canzoni è terapeutico, ce lo racconta Elettra

Elettra, pseudonimo di Elettra Cozzolino, è una cantautrice Italiana indipendente. Il suo primo lavoro discografico “14′ dentro la mia testa” è uscito il 9 Ottobre per l’etichetta Alka Record Label. Ho avuto il piacere di farle qualche domanda e di scoprire cosa sta preparando per il futuro, mentre esorcizza il presente.

Foto di Leonardo Angelucci

Ciao Elettra, come stai? So che da pochissimo è uscito il tuo nuovo videoclip. Parlaci un po’ di come il tuo progetto artistico ha affrontato, e sta affrontando, questo periodo di “fermo”.

Ciao Fabio, grazie per questa intervista ed un saluto a tutti i lettori di Indielife.it . Si, il 24 marzo  uscito il videoclip di “Vetro”, ultimo brano estratto dal mio EP di esordio “14 minuti dentro la mia testa”, realizzato dagli amici di Free Club Factory, regia di Leonardo Angelucci e Matteo Troiani. In realtà sto cercando, insieme al mio team, di reagire a questo periodo stando il meno ferma possibile. Da qui la decisione di realizzare il videoclip, nonostante fosse passato già qualche mese dall’uscita dell’EP.

Tornando per un momento alle origini, come nasce Elettra?

Elettra nasce in una cameretta piena di strumenti, emozioni e pensieri che avevano la necessità di diventare parole. È stata una vera e propria esigenza comunicativa. Dico sempre che scrivere canzoni  una sorta di terapia, aiuta ad analizzare e cristallizzare dei momenti e delle emozioni ben precise. La verità  che  iniziato tutto per “gioco”, mai avrei pensato che un giorno avrei vissuto di musica, non ci credevo neanche io. Poi il fortunato incontro con il mio amico cantautore Leonardo Angelucci che ci ha creduto fin dal primo momento. È solo grazie a lui se oggi sono qui.

Il videoclip ufficiale di “Vetro”. Singolo estratto da “14′ dentro la mia testa”


“14 minuti dentro la mia testa” è il tuo primo lavoro discografico da solista uscito per Alka Record Label. Quando hai realizzato che sarebbe diventato realtà e perché è stato quello che ti ha fatto credere in Elettra artista?

Quando Michele Guberti, il mio producer, mi ha mandato in ascolto il master definitivo dei brani ed ho pensato: “Cavolo sta succedendo davvero!”. Ma forse il momento in cui ho iniziato a crederci davvero  stato quando ho sentito per la prima volta un mio brano in radio, non nascondo che ho pianto dalla felicità come una bambina.

L’EP di esordio di Elettra



Prima che tutto si fermasse di nuovo, hai raggiunto secondo me un obiettivo importante, ovvero la partecipazione al Calabria Fest. come esperienza, cosa ha significato per te?
Assolutamente si. Il Calabria Fest  stato per vari motivi una tappa ed un’esperienza importantissima. Uscivamo dai mesi di lockdown con scarse possibilità di poter suonare live, quindi potete immaginare la mia felicità appena ho saputo che avrei partecipato al festival. È stato il primo palco importante che ha dato spazio alla mia musica, ma la cosa ancor più bella e per me importante  stata poter condividere questa esperienza con la mia Family Band (Sara Mandile, Francesca Antonelli ed Emanuele Innocenzi).

Il tuo ultimo EP appunto, ha riscosso un gran bel successo, ti ha dato molte soddisfazioni. Adesso? cosa c’? all’orizzonte?

È vero mi ha dato molte soddisfazioni, con l’unico rammarico di non averlo potuto portare in giro per i palchi d’Italia come avrei voluto, per via delle chiusure. Ma a me piace vedere sempre il bicchiere mezzo pieno, quindi senza piangermi addosso sono decisamente proiettata nel futuro. Adesso sono in piena fase creativa e di scrittura, sto ultimando pezzi e scrivendo cose nuove che non vedo l’ora di farvi ascoltare.

Come sempre, amo lasciare l’ultima domanda libera. Dicci tutto quello che vuoi, un messaggio per la musica, gli artisti e chi ci segue. Grazie di cuore.

Per la musica e per i miei colleghi artisti mi auguro un futuro migliore, in cui arte e cultura non vengano considerati “lavori non necessari” o mero “divertimento”. Il Covid ha solo portato a galla tutta una serie di problematiche preesistenti e forse  arrivato il momento di risolverle e di tutelarle a livello istituzionale. A tutti i vostri lettori vorrei dire che se artisti emergenti, come me, riescono a vivere di musica  solo grazie a loro. Se amate un artista supportatelo in ogni modo, ascoltate e condividete la sua musica e, quando si potrà, tornate più carichi di prima a cantare a squarcia gola ai concerti.
Grazie di cuore.

a cura di Fabio Mancini

Intervista a Giada Stone

0

Buongiorno Giada, presentati ai nostri lettori.
Buongiorno a tutti mi presento sono Giada Stone ho 16 anni e la mia passione più grande è la musica. 

Come stai vivendo il tuo esordio discografico?
lo sto vivendo molto bene, sto iniziando a raggiungere i primi traguardi e ad avere le prime soddisfazioni.

Quanto è difficile per un giovane “emergere” al giorno d’oggi?
Per noi giovani oggi è difficile emergere perché ci sono molti fattori che ci frenano, ad esempio i pareri contrari da parte di alcune persone, oppure semplicemente può frenarci il fatto di non avere stimoli, di non avere abbastanza grinta o fiducia in noi dato che tendiamo a credere poco in noi stessi. Sicuramente rispetto al passato abbiamo la forza dei social che ci permettono comunque di arrivare al pubblico anche se comunque non è semplice.
Invito le persone a fare come me, ovvero, a guardarsi dentro per riconoscere il proprio valore e rappresentarlo fuori perché credo ne valga sempre la pena.

Opinione sui talent?
A mio parere i talent sono molto utili, ci aiutano a stare a contatto col pubblico, ci aiutano a capire come dobbiamo comportarci con gli altri partecipanti e soprattutto ci aiutano a vincere la paura del palco e a conoscere meglio noi stessi. Ovviamente consiglio alle persone che vogliono fare questo percorso di partecipare ai talent più affermati e credibili in quanto non tutti sono validi.

Progetti futuri?
Il futuro nasce dal presente e nel mio presente c’è la realizzazione di questo disco da cui abbiamo estratto il primo singolo intitolato “Nessuno si fa da solo” che sta riscuotendo un grande successo. Sono rimasta piacevolmente sorpresa dalle opportunità che questa mia prima pubblicazione ha generato, ho avuto richieste per numerose interviste e nuove proposte e opportunità di lavoro.Sono entrata in classifiche di rilievo come quella del M.E.I. e in quella delle etichette indipendenti italiane, ci sono stati numerosi passaggi radiofonici e tutto ciò rende soddisfazione all’impegno e ai sacrifici fatti in termini di lavoro per raggiungere un buon risultato. Nel futuro prossimo c’è la voglia di fare concerti e abbracciare i miei fans e di continuare questa avventura facendola diventare sempre più una solida professione. 

Chi vuoi ringraziare?
Voglio ringraziare Indielife, il  mio produttore (maestro Francesco Daniele) e la WORLD FONOGRAM Srls – records & publishing (casa discografica), tutti i miei fans, i lettori e tutte le persone che mi supportano in questo cammino pieno di difficoltà e gioie.

I tuoi contatti?
Mi potete trovare sui social come GIADA STONE (Facebook, Youtube, Instagram, etc…).

In tutti i digital stores sempre come Giada Stone ed eventualmente contattarmi attraverso la mia etichetta discografica WORLD FONOGRAM Srls – records & publishing.

Grazie per il tempo dedicatoci e buona musica.

Svegliaginevra. Dieci minuti d’amore.

di Benedetta Fedel

Se sommiamo la durata di tutti i singoli di svegliaginevra arriviamo a poco più di dieci minuti.
Dieci minuti di puro, profondo, disordinato, doloroso, terribile, bellissimo, amore.

Passato

Ginevra Scognamiglio nasce in Campania e si trasferisce giovanissima a Roma, dove studia musica e prende parte ad una band che canta in lingua inglese. Successivamente il gruppo si scioglie, così Ginevra decide di trasferirsi a Melbourne insieme a uno dei membri del gruppo con il piano – poi mancato – di diventare un duo. Tornata in terra italica e tornata alla lingua madre, prende forma il progetto di svegliaginevra.

Sveglia ginevra! Con il punto esclamativo

La cantante presenta il progetto quasi fosse un monito a se stessa.

svegliaginevra me lo dice mia madre, me lo dicono i miei amici, perché sono distratta la maggior parte delle volte e anche disordinata nei pensieri, nei piani e nella mia stanza. […] svegliaginevra dunque lo spiego così, come un risveglio che avviene attraverso la musica e le parole.

Come viene raccontato su Rockit, Ginevra manda dieci provini, registrati con il cellulare, all’etichetta La Clinica Dischi – la stessa di Cmqmartina, Apice, Frambo – dove nascerà poi la sua identità electro-indie e il suo primo singolo, Senza di me.

svegliaginevra oggi, a love story

Ho conosciuto svegliaginevra nel pieno del lockdown e da quel momento continua a ripresentarsi in momenti che sembriamo condividere per qualche strano scherzo del destino. L’ho ascoltata per la prima volta guardando fuori dalla finestra con un centinaio di pensieri nella testa, sorpresa di quante analogie ci fossero tra ciò che lei mi cantava e quello che stavo provando.
svegliaginevra me lo ha sussurrato quasi fosse mia complice, con il suo timbro posato, leggero, che sembra adagiato sul pop-elettronico.

svegliaginevra

E siccome è di una storia di amore che si parla, vi presentiamo il percorso di questa cantante, in vista di ciò che verrà dopo, esattamente come se lo fosse.

Senza di me

Io non riesco più a guardare neanche un film d’amore che poi mi prende male. E poi dimenticare è una cosa che non ho mai saputo fare soltanto con te.

Come ogni artista indie che si rispetti, questa love story inizia dalla fine.

svegliaginevra, nel suo singolo di esordio, Senza di me, uscito nel gennaio 2020, parla della fase in cui camminiamo per la nostra città, ci guardiamo intorno e ci sembra che ogni cosa ci riporti indietro, perché spesso e volentieri non siamo così bravi a dimenticare.
E finiamo a prendercela coi protagonisti delle commedie romantiche e a detestare le coppie che si baciano alla fermata del tram.

Simone

Se fossimo due stelle, se fossimo magneti, se fossimo teoremi me li studierei.

Simone, secondo singolo della cantante, uscito a due mesi di distanza dal primo, è una storia d’amore che ha un nome proprio.
La fine di qualcosa che avrebbe potuto essere ma che, questa volta, sulle note di un pianoforte, ci racconta sorridendo.
In questo singolo non c’è rabbia, ma la consapevolezza del fatto che a volte, semplicemente, siamo due pianeti che ruotano su orbite diverse e non riescono ad avvicinarsi abbastanza da toccarsi, abbastanza perché ci sia il rischio di farsi male.

L’amore richiede una controintuitiva dose di coraggio e l’accettazione di una totale assenza di sicurezza. Presuppone il nostro completo affidamento a una persona che ha il potere di farci in mille pezzi. E quando la paura di soffrire è troppo grande, a volte, l’unica scelta che abbiamo è ringraziare per quello che è stato e lasciarci le mani.

Questa canzone è così affettuosa da farci sperare che in un altro universo, in un’altra storia, da un’altra parte, il finale sia stato diverso.

Come fanno le onde

Sei tu che hai cominciato a dire che l’amore mi ha cambiato
Farò una bella lista per non dimenticare e poi ti lascio andare, e poi ti lascio andare

Official music video di Come fanno le onde – svegliaginevra

Canzone ritmata che rimbalza in testa e singolo di punta su Spotify con un milione di ascolti, parla di un amore che non sembra finire mai. Perché come le onde, che ripartono in continuazione, o come le stelle, che brillano sempre, non ci si riesce mai a dire addio. E sarà solo il tempo che può spiegare come si fa.

Perché non importa quanto caos, quanti litigi, quante porte sbattute o cose che abbiamo lasciato siamo andati a riprendere a casa l’uno dell’altro… Ci sono cose che, semplicemente, non sanno – o non possono (?) – finire.

Barche

Andare a fondo insieme a te come fossimo due sassi
Per vedere tutto quello che non c’è in fondo a questo male

In featuring con il compagno di etichetta, Apice, e pezzo ben più pop e meno elettronico, Barche esce nell’estate 2020. Ha un testo profondo e metaforico, un richiamo continuo ad elementi estivi, che prendono vita.

Quello che trasmette è un tentativo di non crollare, di non lasciarsi andare a un dolore che sembra inevitabile ma che possiamo far finta di non vedere d’estate, mentre seguiamo le onde, come fossimo due barche. Avremo tutto il tempo di lasciarci andare alla malinconia e ai ricordi, ma ora sento la pelle che sa di sale, guarda che bello il mare.

svegliaginevra e Apice

Punto

Che nell’attesa di capire possiamo anche finire
E nell’attesa di finire potremmo anche morire
Che nell’attesa di capire possiamo anche dormire
Possiamo anche mangiare insieme se ti va

Punto, ultimo singolo uscito il 27 Novembre 2020, riprende il tema di Senza di me.
svegliaginevra mette un punto e va a capo, poi rimette un punto e va a capo, in un loop, rimarcato dalla ripetizione nel ritornello, che sembra non finire mai.

Tra tutti i metri di parole che ci si dice, spesso, “basta” è l’unica che non esce. E quindi, come fossimo in un tema infinito, ci ritroviamo davanti a una lettera maiuscola, sempre la stessa.

Insomma,

È inevitabile che ci si interroghi su quanto tutto questo sia amore. Tuttavia, possiamo davvero pensare che non lo sia? E, se lo fosse, quanto è grande? E se è così grande, quando passa? Passa?
Siamo sprovvisti di risposte tanto quanto svegliaginevra, perché forse l’amore è questo: non avere definizioni, risposte o morali, e lei ce lo canta davvero bene.

Per questo motivo siamo davvero curiosi di sentire il suo prossimo singolo, in uscita venerdì 16 aprile, Due, di cui svegliaginevra ci scrive non basta una notte per contare le colpe, che sono le mie che sono le tue.

Siamo già tutti orecchie!