Stavo bazzicando su Instagram quando per caso fortuito incappo in una cover dei Verdena di una giovane donna. Non essendo tra le band più in voga del momento, incuriosita da questa scelta, decido di andarmela ad ascoltare. Da allora ho osservato da lontano Claudia Macecchini, in arte Claudym, cantante milanese della nuova leva, che nel giro di pochissimo tempo ha iniziato a far risaltare il suo nome.
Troverete una intervista fatta molto a braccio, visto che per arrivare in tempo al nostro appuntamento sono corsa fuori dal laboratorio lasciando sul tavolo il quaderno con le domande che mi ero scritta…
Partiamo dal titolo UNPOPULAR. Tu ti sei incanalata nel genere pop facendo appunto un gioco di parole. Quale è la cosa che senti più pop di te? Anche nelle tue illustrazioni hai preso molto da quel “mondo” lì…
Diciamo che il pop è appunto la parte più mainstream, quindi diciamo che siamo tutti un po’ legati a quello. Magari non a livello musicale.Per me il pop è qualsiasi genere che alla fine riesce ad arrivare e comunicare ad un pubblico molto ampio. Quindi per me un po’ tutto. A livello di illustrazione sicuramente il cinema e tutta la sua cultura pop, a livello musicale invece i Beatles, con i quali sono cresciuta, sono stati l’impronta che ho avuto all’inizio da mio padre.
Poi cerco di esportarlo per allontanarmi un po’ dall’idea che ci lega al pop almeno in Italia, ovvero usare sempre la stessa sonorità. Per questo cerco di legarmi ad altri stili.
Ti piace sperimentare nel suono?
Sì, molto.
Beh visto che hai anche un ciak da regista dietro ti chiedo il tuo film preferito
Sicuramente qualcuno di Tarantino. Death Proof mi piace un sacco, se no anche i classici tipo Ghost Buster. Anche questa è una scelta difficile, però forse direi appunto Death Proof.
Tra l’altro una persona che lavora con te in studio aveva anche affermato di amare Tarantino! Ecco, a proposito di questo, a volte posti su IG alcuni video divertenti delle tue session in studio, in cui ci mostri anche i tuoi “errori”. Hai qualche aneddoto carino che vuoi condividere a tal proposito?
Anche quando hai lanciato il disco avevi fatto vedere molto del tuo dietro alle quinte (i messaggi con il manager, ecc…), presumo quindi sia una cosa che ti piace condividere con il tuo pubblico
Il dietro alle quinte di Bugia che mi rende molto felice è legata alla fase di composizione, che rappresenta per me, come per tanti, un momento molto faticoso. Infatti è un brano che ho scritto boh, in un pomeriggio praticamente. Lo vedevo molto giocoso fin da subito, e vorrei che fosse facile così anche per altri. È stato il pezzo con cui sono riuscita a giocare di più in studio, anche perché la semplicità con cui l’ho portata lì penso di averla trasmessa anche al producer (okgiorgio) in qualche modo. In realtà quindi già dopo due ore aveva già una direzione chiara. Ovviamente andava rifinita, registrata ecc… però c’era già. Per questo è stato il brano più divertente e “semplice” da fare
So che non si dovrebbe chiedere ma… a te viene più facile partire dal testo o dalla melodia?
Dalla melodia ahahah. Rido perché spesso è difficile integrare il testo. Le volte che melodia e testo ti arrivano insieme penso siano le migliori per tutti. Ovviamente non è così per tutte le canzoni, per cui ci sono quelle parti in cui devi aggiungere del testo e lì a volte mi incastro un attimino. Mi viene più semplice appunto pensare al suono e alla melodia e poi fare il resto
A proposito di testi, tu sei una persona a cui non piace raccontare di sè e del proprio Amore, però lo canti lo stesso. Perché senti l’esigenza di affrontare questo tema anche se non è quello più affine a te?
Diciamo che non lo faccio spessissimo. Esce fuori in Come e in Bugia, perché l’amore alla fine è un po’ in tutte le cose. Magari non sono sempre mie esperienze personali, oppure sì, ma ci aggiungo quelle di altri e ogni tanto “escono”. Non ne parlo spesso perché appunto non ho avuto tante esperienze d’amore a parte magari rifiuti o cose del genere ahaha e quindi non mi viene super naturale. (Peccato fossimo a parlare da dietro uno schermo, in quel momento avrei voluto abbracciarla e dirle che siamo tutte sulla stessa barca)
Diciamo che quasi tutti i brani sono sempre una sorta di diario e l’altra persona o sono io o è qualcun altro, che però appunto non è un amore. Non so se si è capito qualcosa ahah
Sì, diciamo che se ne parli ti piace farlo in modo trasversale
Sì sì
Parlando sempre della tua sfera personale, hai raccontato di avere avuto molte insicurezze nella tua vita e che probabilmente sono state complici del fatto che hai iniziato non subito questa carriera artistica. Visto che li canti anche in certi pezzi, quali sono quelle che una volta pensavi fossero insicurezze che invece adesso vedi un po’ più come punti di forza?
Su molte devo ancora lavorarci, sono sincera. Non so cosa si veda all’esterno ma ogni tanto, per quanto voglia una narrazione sempre onesta, maschero un pochino, anche per me insomma. Però diciamo che alcune cose purtroppo rimangono. Sicuramente il lato un po’ “disagiato” alla fine vedo che mette un po’ a proprio agio le altre persone. Io in Unpopular racconto questo lato, che accomuna un po’ tutti perché non siamo tutti dei fighi che sappiamo cosa fare e ci sentiamo sempre a nostro agio (ehm, non so proprio di cosa stia parlando…). Quindi alla fine questa cosa qui è diventata un po’ un punto di forza.
Poi la sensibilità devo ancora capire come farla uscire in alcune situazioni meglio, perché a volte per me è così forte che la tengo un pochino da parte. Però piano piano penso che come dicevi tu l’importante è trovare un modo per riuscire a renderli dei punti di forza. Perché alla fine il difetto è assolutamente umano, abbiamo tutti insicurezze. Bello anche parlarne insomma
Per quanto riguarda l’ansia invece…
Come va? Ahahahah
Sì, non volevo essere così rude ahaha però appunto volevo chiederti come stai cercando di gestirla. Non è un percorso facile, soprattutto se si sta parlando di ansia clinica
Sì sì, diciamo che ho superato molto perché ho fatto tantissimi anni in cui per me era veramente ingestibile, a tal punto da non riuscire a stare con le persone. É strano perché questi sono sempre dei processi molto lunghi, ma che alla fine ti accorgi che hai superato da un giorno all’altro. Non riesco a capire come è avvenuto un po’ il superamento, c’è stato. Poi sicuramente la terapia mi ha aiutata. Però è stato un processo appunto lungo e sfumato, senza un vero e proprio cambiamento netto.
Un po’ è passata. Il lato live all’inizio per me era un po’ difficile perché ho sempre vissuto la musica in modo molto privato e condivisa poco. Stare sul palco era il mio sogno, però l’impatto con tutta la gente mi creava veramente ansia. Ancora adesso, ma per tutti è così, c’è una bella emozione. Col tempo. Sicuramente fare le cose e ripeterle ti dà più padronanza della situazione man mano che l’ansia scende un attimo. Non penso di essere arrivata ancora al saperla gestire al meglio però inizio a divertirmi, per cui un po’ cala
Comunque hai già ottenuto alcuni riconoscimenti ed hai avuto l’opportunità di fare dei live. Il traguardo che ti rende più fiera al momento?
Sicuramente il percorso con Amazon, il festival Breakthrough, quello è stato veramente importante per me perché ho avuto una sorta di riconoscimento. E poi anche le aperture ai pinguini e a Willie Peyote. Anche se non era il mio pubblico e quindi non era direttamente un mio “traguardo” mi è stato molto di insegnamento. Il pubblico era molto ampio: riuscire anche a portare una audience diversa dalla tua che non è lì per te nella tua sfera è comunque una lezione. Poi ho potuto conoscere loro quindi è stata proprio una bella esperienza
Vuoi dirci qualcosa di particolare che ti porti dietro da quei live?
Allora ho capito che alla fine abbiamo tutti l’ansia e siamo tutti umani. La cosa che mi è piaciuta tanto è stata vedere degli artisti ad un livello così alto, che poi nei mesi successivi sono anche cresciuti visto che ormai andranno a Sansiro, avere un’umanità ed un contatto con la realtà che mi è piaciuta molto. E mi sono ritrovata anche in tanti lati caratteriali, appunto tutto il lato Unpopular che ci dicevano prima, alla fine è stato figo. Entrambi per esempio non beviamo, stavamo dietro con la tisana, ecc… (Per sapere chi dei pinguini beve più tisane in tour leggete l’articolo El Paso). Un bello scambio di questa situazione molto rock and roll devo dire ahahah
Tu fai parte di una piccola nuova scena che si sta creando a Milano, di ragazze indie-pop (es Hån, Giungla, ecc…) che stanno iniziando a far sentire la loro voce. Dove pensi che possa arrivare questo gruppo, che, in modo quasi strano ma bello, sta crescendo oserei dire parallelamente?
Spero lontano, spero in breve tempo. Purtroppo sappiamo che a livello femminile ci sono delle difficoltà, anche date dal numero di rappresentanza. Io ad esempio ho sempre avuto tutti dei riferimenti maschili, ma ancora adesso nelle classifiche ci sono più uomini. Quindi speriamo di arrivare il più in là possibile. Posso dire che comunque si deve ritornare ad apprezzare il percorso. Sicuramente il fatto di costruirsi nel tempo, anche se non c’è più tanto quella pazienza lì, è in realtà la cosa più normale. Quindi potremmo maturare ed arrivare a costruirci in modo solido. Spero tra qualche anno, o al più presto ahaha, di riuscire a crescere. Insieme sarebbe bello
Okay, allora ti chiedo i tuoi punti di riferimento italiani del passato (o anche odierni se preferisci)
Femminili? Allora ti dico io la musica italiana l’ho riscoperta tardi, un po’ quando ho iniziato a farla io seriamente. Ricordo un po’ i Lunapop, Cremonini, i Velvet, va beh Subsonica. Poi adesso c’è stata una evoluzione, il pop é stato contaminato ed ho trovato più riferimenti in linea con me. A livello femminile mi piacciono molto Dito Nella Piaga, Margherita Vicario, Madame, ecc… ma ce ne sono tante fortunatamente adesso. Perciò ora mi sento più in sintonia forse con quella che è la musica italiana.
So che stai scrivendo nuovi brani, non so quanto tu possa dire già
Oddio non lo so nemmeno io ahaha. Un bel po’ sono da parte, sono stati scritti. Li ho sempre scritti io con il mio producer. Non dirò nulla però c’è un brano con un altro autore che mi rende veramente molto felice. Bello perché c’è una collaborazione e quindi ci tengo molto
La collaborazione con Sethu invece come è nata?
Ci apprezzavamo musicalmente da un po’ di tempo. Lui aveva lavorato con il mio producer. Un giorno avevo questo brano che era già nato un po’ in studio tra noi due (lei e okgiorgio) e ho proprio pensato che ci sarebbe stato bene lui. Perché alla fine condividiamo un po’ questi contrasti tra la parte un po’ più forte (il suo contrasto è veramente forte, lo mostra anche nella parte urlata) e la parte più sensibile. A me la cosa che piace di Sethu è che ha una sensibilità molto spiccata. Ci siamo trovati bene in studio, anche lì è stato un brano che “giocando” è nato in poco, ci siamo trovati a livello di sintonia. Anche quello è un altro brano di Unpopular a cui tengo molto e mi diverte sempre, anzi forse è proprio il più divertente da suonare in live.
Avete cantato insieme?
Sì, anche al forum è venuto.
Tra l’altro notizia recente che farà parte di Sanremo Giovani. A te piacerebbe un giorno andare a Sanremo o è una cosa che non senti molto tua?
Sanremo mi piacerebbe molto. Sanremo Giovani non l’ho mai provato, però quello Big è un po’ un sogno. È un desiderio abbastanza fresco, perché anche lì é cambiata l’impronta che é stata data al festival. Sarebbe un traguardo bello grosso al quale non punto nel senso che non voglio lavorare ad un brano per Sanremo, però se dovesse esserci il brano ci proverei super volentieri.
Il tuo team di lavoro é cambiato dagli inizi?
Il producer é cambiato, perché inizialmente i primi due brani erano usciti con Master Maind. E non avevo ancora il mio team, il mio manager ecc… . Non ero nemmeno con Island. Poi però da allora siamo rimasti quelli.
Tu hai iniziato pubblicando su YouTube. É così che ti sei fatta “scoprire”?
No in realtà di video su YouTube ne ho fatti pochi, perché c’era sempre un problema di copyright ahaha per cui ad una certa ho detto basta. Avrò fatto non so, quattro video forse. Poi ho iniziato a voler lavorare sui miei brani, perché lì appunto avevo trovato un producer. Penso però comunque attraverso i social, li ho sempre usato come un mezzo potente. Come un portfolio in cui mettere la mia roba. Alla fine la cosa importante é fare e vedere, cioè da qualche parte arriverà. Fortunatamente é arrivata alle persone giuste, che poi hanno voluto credere al progetto ed adesso sono qui ahah
Adesso a Milano dove registi di norma?
A Bergamo!!
Ah ma vai tu ogni volta fino a Bergamo dal tuo producer?
Sì ahahaha, col treno perché mi si é rotta la macchina. Però dai alla fine ci metto una cinquantina di minuti, quindi non é neanche così tragica ahah
Ultima domanda: il tuo ultimo brano si chiama Bugia, la più grande bugia che tu hai detto?
Mah guarda io sono una persona noiosissima ahaha e di bugie ne dico veramente poche. Sono per lo più bugie bianche quelle che racconto, sai, quelle che dici perché credi di non ferire le persone.
Autoironica, frizzante e spigliata. Per certi versi, forse complici anche i capelli colorati, mi ha ricordato una giovane Loredana Bertè. Chi lo sa, magari il suo percorso futuro non sarà troppo diverso da quest’ultima, noi glielo auguriamo.
Io mi auguro invece di non dimenticare più testa e domande in laboratorio per le prossime interviste, ma questo mi sembra già più difficile.
Non perdetevela domenica 18 dicembre su No Name Radio ore 18.00.