Nuova musica classica degli Emanuele Via e Charlie T.

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Ammetto a priori di essere un po’ di parte: loro infatti rappresentano una delle realtà torinesi che più mi piace. Per quel che mi riguarda, sentire la loro musica classica non é solo una fonte di rilassamento, ma a volte é vera e propria stimolazione alla fantasia ed al farsi trascinare completamente dalle emozioni (tant’è che spesso li uso come sottofondo mentre lavoro ai miei schizzi di moda)

Ho incontrato Emanuele (piano), Chiara (violoncello) e Matteo (violino) al Valentino, in una tiepida giornata di autunno, ed abbiamo scambiato quattro chiacchiere. Se volete morire dal ridere vi consiglio di ascoltare o leggere l’intervista qui di seguito riportata, i ragazzi oltre a saper fare bene la musica sanno anche intrattenere gradevolmente i loro interlocutori.

Inizi e strumenti

Partiamo dalla storia di ognuno di voi e di come vi siete approcciati allo strumento

M: ho iniziato a suonare il violino a otto anni. In famiglia già si suonava, mio fratello pianista, mio padre il basso elettrico e la chitarra. In più io guardavo sempre il concerto di Capodanno di Vienna, e ovviamente le televisioni riprendono quasi sempre i violini, e per questo motivo ho deciso di prenderlo in mano. Sono passati ben 24 anni ormai.

C: bambino già problematico insomma ahahah. No io invece ho studiato a Cuneo perché sono di lì. Ho una storia molto simile in realtà a quello di Matteo, pure io ho iniziato a otto anni in conservatorio. Inizialmente anche io volevo suonare violino perché avevo due cugini che suonano quello, e mia sorella già lo suonava in conservatorio. Quando ho fatto l’ammissione all’epoca la dovevi per forza fare doppia, ovvero scegliendo due strumenti. Al che é stato mio padre a suggerirmi di mettere il violoncello perché lo riteneva bellissimo, io nemmeno sapevo cosa fosse. Poi non sono stata presa in violino, ma sono stata presa in altissima graduatoria in violoncello malgrado io non lo suonassi. I miei mi hanno spronato a provare, dicendomi che al massimo avrei cambiato dopo.

Io intanto tra pianti, lacrime e disperazione ho iniziato a farlo e lì ho conosciuto il mio maestro che, ne parlavo giusto ieri con una mia amica, mi avesse detto di fare pentole e coperchi probabilmente avrei fatto pentole e coperchi. É stato lui che mi ha fatto innamorare del mio strumento, si chiama Dario Destefano. Manuel Zigante é stato anche mio insegnante all’inizio, entrambi mi hanno fatto innamorare dello strumento e dell’essere violoncellista, per cui ho deciso di diventarlo già a otto anni e per il momento é ancora così, poi vedremo

E: di Fortunato io so un po’ la storia. Lui ha iniziato a suonare il basso elettrico nella sua ridente Reggio Calabria in varie band. Faceva punk inizialmente. Da adulto, mentre studiava anche Economia, ha deciso di venire a Torino e di fare contrabbasso al conservatorio

M: si era diplomato giù e qui é venuto a fare il biennio

E: Antonella invece ci ha raccontato che nel suo palazzo, in corso Vittorio, viveva un’insegnante arpista. I suoi genitori, forse per togliersela dalle scatole (ride), hanno iniziato a farle seguire delle lezioni da lei

C: ma povera Antonella che é la più tranquilla di noi!

E: ahahah é vero. Io invece ho iniziato da piccolissimo, mio padre per togliermi veramente dalle scatole mi ha mandato da un suo amico che era un pianista classico molto eccentrico, con i capelli lunghi un po’ alla Beethoven. All’inizio vi devo dire che era un po’ una forzatura, infatti poi quando sono entrato al conservatorio per studiare ho avuto “il colpo di grazia”: lì vedevano lo studio in maniera molto meccanica.

Ad un certo punto non ho più voluto suonare e per un anno sono stato fermo fino a che mio fratello, che suona la chitarra, mi ha chiesto se potessi accompagnarlo con qualche accordo perché desiderava suonare qualche assolo. E lì ho capito, tramite assoli e accordi, che la musica poteva anche essere creativa ed ho iniziato a capirla veramente. Poi da lì non ho più smesso. Successivamente sono arrivato qui per l’università (Politecnico) ed ho conosciuto varie persone con cui ho iniziato a suonare tra cui i Charlie T.

Nome

Va bene, passiamo alla domanda cruciale, come mai il nome Charlie T.?

E: ahhh questo é un segreto, dovremmo chiedere a Fortunato se possiamo svelarlo

C: daiii diciamolo

M: eh ma lui ha detto che lo sveleremo dopo non so quante date…

E: però dai quando lo sveleremo vi daremo l’esclusiva (io l’ho segnato oh)

C: comunque stiamo creando un sacco di hype per una cavolata

M: all’inizio noi tre che abitiamo a Torino abbastanza vicini, io Fortunato ed Emanuele, in zona Porta Nuova, ci ritrovavamo sempre in un locale storico di Torino di jazz che si chiama Charlie Bird

E: esatto, é la T ad essere in segreto. Noi ci trovavamo lì per prendere le decisioni sulla band, sui nomi dei brani, sulle prove, ecc…

M: e visto che ci trovavamo sempre lì abbiamo omaggiato il posto

C: ma sapete che forse io non la so la storia della T.?

E: dopo qualche data te la diremo

C: se suonerò ancora con voi, non lo so

E: te ne vuoi andare? In esclusiva Chiara dichiara di volersene andare (ride)

L’amore per la musica classica

La scelta di fare i musicisti, soprattutto di musica classica, non é proprio una scelta facile…

C: io non so se sono più considerabile come musicista di musica classica. Ho la formazione classica, ho suonato in diverse orchestre e in situazioni più o meno professionali, però poi sono andata principalmente sul pop e un po’ sul jazz

E: però forse con i Charlie T. siamo abbastanza sulla classica, anche perché rimarremo in eterno

M: sì, musica da camera

C: sì, però a parte questa formazione qua io di musica strumentale, classica e new classica faccio veramente pochissimo, qualche opera

M: no io suono abbastanza in orchestra. Secondo me a prescindere fare il musicista non é semplice

Che cos’é che vi ha fatto comunque direokay ci voglio comunque provare, anche se ci vorranno fatiche, disperazioni, ecc…”

M: nel mio caso perché senza musica non vivo, a prescindere in generale, da quella che suono a quella che ascolto, non sarei io senza musica

Però potevi conservarla anche solo come hobby

M: sì, io faccio cose anche all’Università, insegno a scuola, ecc… però in generale quando é un pezzo così grosso della tua vita é difficile metterlo da parte o dargli un altro ruolo. Almeno per me é così

Ch: eh per me non é stata una scelta, é stato un qualcosa di viscerale. A otto anni ho deciso che avrei fatto quello e non ho mai messo in discussione perché non é proprio un’idea che posso prendere in considerazione. La mia vita é quello, e infatti ho fatto e sto facendo tanti sacrifici in onore di quella cosa lì, personali anche. E penso che ne farò ancora tanti altri, perché non posso fare diversamente, é così e basta

Beh insomma ci vuole anche gran coraggio

C: sì ma in tantissimi altri lavori ci va molto coraggio. Sicuramente devi sapere che devi fare grossi sacrifici e per le donne forse anche qualcosa in più. Perché comunque insomma, se hai messo via determinate cose della tua vita devi per forza rimandarle, posticiparle o proprio non farle

Difficoltà

La prossima domanda me l’ha commissionata una mia amica: vi é mai capitato di avere un passaggio talmente difficile da dover studiare o fare che vi ha condotti al pensiero negativo del “forse mollo tutto”?

M: non per quel motivo

C: no, semmai mi fa dire “ecco non sei capace, non sai fare niente!!!!”, però mai mollare. Al massimo prendermela con me stessa, tantissimo

E come li superate quei momenti di sconforto?

C: ah io piango tantissimo. Passo metà del mio tempo a piangere, per felicità o per tristezza, dipende dalle volte

E: é molto sensibile la ragazza

M: io di norma stacco, faccio altro e poi ci torno

E: io più studio più faccio schifo

C: ahahah ma quello é vero comunque

E: eh perché poi mi accanisco. Invece lo lasci, passano venti giorni e poi sai fare benissimo le cose

M: sì, bisogna prendere un po’ di distacco alle volte

C: come dicevano gli insegnanti dormirci su fa bene

E: nella musica tantissimo, quando inizi ad accanirti ti stanchi e perdi fiducia in te stesso. Invece se lasci decantare funziona. Per questo mai mollare, perché magari é solo il momento

Che cos’è la musica

Se vi chiedessi che cos’é per voi la musica?

M: inizio io: un linguaggio

E: bello, eh beh dopo che hai detto questo tutto il resto é banale

M: é un modo per comunicare

C: per me é aria proprio, respiro, vita

E: per me é come un linguaggio che non dice niente ma che trasmette tanto

C: energetico

M: é una lingua che comunica in maniera diversa dalle altre lingue, attraverso un altro mezzo

Musica senza parole

Da qui mi collego: la vostra musica é senza parole, per cui é più difficile rispetto alla canzone, che usufruisce di esse, fare arrivare il proprio messaggio senza comunicarlo esplicitamente. Voi come riuscite a farlo?

E: da una parte é vero che con i brani strumentali é più difficile, dall’altra invece é più facile perché può arrivare ad esempio a più persone con diverse culture nel mondo, non hai bisogno di farti capire. E poi spesso basta il titolo. Oppure dal vivo racconti qualcosa per presentare il brano e già basta quello. Poi é bello che ognuno interpreti a modo suo e amplifichi le proprie sensazioni in maniera diversa

C: magari arriva la persona che ti dice che quel pezzo lì lo ha ascoltato in quel momento e gli ha tirato fuori quelle emozioni a cui noi non stavamo neanche pensando. Però non essendoci un testo che ti porti verso un significato o verso una emozione da provare, tu puoi accedere a tutto il tuo bagaglio emotivo e vedere cosa ti accende o cosa può uscire fuori

E: probabilmente questo discorso vale anche all’interno delle canzoni con testo, i brani più pop spesso sono quelli a cui magari uno da della banalità. Ma in realtà proprio grazie a questa cosa, meno si dice e più un pezzo può essere interpretato e condiviso. Più é specifico e più é difficile

M: diciamo che ha il vantaggio che arriva ad ognuno quello che ha bisogno di sentire o che vuole sentire con la musica. Ha il vantaggio di non avere la pretesa di comunicare qualcosa specifico ma ognuno é libero

Però non siete un po’ gelosi dell’interpretazione che voi volevate dare a quel determinato brano? Per esempio potreste pensare “okay, ma io volevo che ti arrivasse anche questa cosa qua”…

E: mmhh forse poteva capitare all’inizio, però adesso é scontato e sappiamo già che il brano é uno strumento che tu quasi dai agli altri e loro se ne servono a modo loro. Per cui non ne si é gelosi in quello che pensano gli altri

C: secondo me quel fastidio si dovrebbe sentire di più se dovesse nascere, e invitiamo il gentile pubblico a farlo, una cover band degli Emanuele Via e Charlie T.. A quel punto se chi rinterpreta proprio i nostri brani da una interpretazione che si distacca tanto e va molto contro quella che é la nostra idea allora forse lì sarebbe più facile provare magari del fastidio

E: ah le cover fatte male, sì quelle danno fastidio in ogni ambito

C: però chi invece ne fruisce giustamente lo fa in modo proprio, quindi secondo me no

M: in realtà é bello, a volte ci capita che ci scrivano o ci dicano in live quale é la sensazione che gli dà un brano, ed é anche arricchente. Ti danno una sensazione che tu nemmeno avevi pensato e ti accorgi che ci sta bene anche quello

Fanbase

Posso chiedervi un messaggio tra quelli che vi sono arrivati che portate nel cuore? Se volete condividerlo

C: c’era stato un messaggio di una ragazza, non vorrei confondermi, che ci ha parlato di un lutto che aveva avuto

M: sì anche io avevo pensato a quello

C: eh quello era stato molto intenso leggerlo, anche perché era riuscita, attraverso Instagram, a descrivere molto bene il dolore che aveva provato e la pace che comunque era riuscita a trarre. Non mi ricordo che pezzo fosse, uno specifico di Resina, l’altro disco. Purtroppo non mi ricordo il nome della ragazza, però era stato super toccante

E: beh forse meglio così non citarla, lasciamola nella sua privacy

Colori

Se dovessi chiedervi un colore con cui vorreste descrivere le emozioni che sperereste che la vostra musica suscitasse, quale sarebbe?

E: io dico l’arancione

C: ah sì?!?

E: sì, un colore caldo, tipo un mattone

M: io invece il colore delle foglie colpite dalla luce del sole

C: un giallo-verde insomma

M: esatto

C: io invece un verde brillante, come quello smeraldo, tendente all’ottanio magari. Però é il mio colore preferito, quindi forse sono un po’…

E: sì sei un po’ influenzata

C: se no i colori tipo quelli di quando guardi la luna, i suoi riflessi che sono un po’ madreperlati

E: la nebbia

C: ahah tu quando guardi la luna vedi la nebbia?

E: quella patina intorno

C: ah nono, un madreperla ecco

Il ritorno

Bello, delicato. Questo vostro ritorno alle scene é avvenuto dopo un pochino di tempo, a cosa lo dobbiamo?

E: non avevamo fretta forse, eravamo tranquilli e sereni

C: poi, forse é solo una cosa mia, c’è stata un po’ di stanchezza del lavorare su un disco che poi esce, senza essere colpa di nessuno, nel periodo più buio delle nostre vite da trentenni. Quello secondo me un po’ di stanchezza l’ha portata, perché comunque ci eravamo impegnati tanto, avevamo tante aspettative da questo disco che poi si sono anche rivelate

E: e probabilmente anche più alte delle nostre aspettative!

C: sì esatto é andato benissimo, non é stato quello infatti, però tutta la fase post disco, promozione, concerti contingentati e quant’altro, ce la siamo vissute in maniera stranissima e quindi un po’ di stanchezza forse da quella roba lì ci é arrivata

E: sì andare in giro con le mascherine per tutto il viaggio, con degli orari particolari, non poter incontrare il pubblico ecc… quello é stato un po’ strano. Lanci il primo album e avresti voglia di stare con la gente

M: anche per quanto riguarda le interviste, questa é la nostra prima intervista non da remoto

E: e senza mascherine. Comunque é passato un po’ di tempo

M: siamo cresciuti

E: e abbiamo scritto nuovi brani con calma, li abbiamo registrati ed ora sono pronti e li faremo uscire a breve

Simbiosi degli strumenti

Mi spiegate un pochino come li scrivete? Di recente avete messo un video su IG in cui c’é Emanuele che prova sul piano e fate vedere quale é stata la genesi dell’ultimo. Mi piacerebbe sapere come poi si immettono anche gli altri strumenti

E: io di norma mi metto al piano e abbozzo delle cose, poi spesso invio degli audio. Non c’è un momento che riguarda il singolo brano, ma parlando con loro e conoscendo bene ognuno il proprio strumento mi danno delle indicazioni sulle sfumature che si possono dare ad ogni strumento. A seconda di queste indicazioni e di quello che mi ispira il mood del brano, scrivo queste parti che mando a loro senza interpretazioni di direzione dinamica, di pause, di respiri ma solo le note in una struttura esegua a quella del piano.

Poi, tutti insieme in sala prove, decidiamo i respiri, le dinamiche, le accelerazioni, i rallentamenti… anche perché essendo musicisti classici sono molto bravi a dare espressività in questo senso e quindi mi fido molto di quello che mi propongono loro da questo punto di vista. Spesso provano gli archi da soli e quindi trovano le dinamiche giuste, e secondo me é molto importante perché non essendoci parole dobbiamo registrare pure dal vivo, e quindi queste sfumature devono emergere. Non c’é una registrazione fatta ad ogni singolo strumento, che poi risulta freddo e macchinoso, ma é tutto molto organico. Se ho dimenticato qualcosa ditemi

M: perfetto riassunto

Come riuscite a trovare la vostra armonia nella vostra coralità nel provare e suonare insieme? Secondo voi c’é una “formula magica”? L’essere amici fuori aiuta?

C: beh il fatto di volerci bene e di avere piacere nel passare del tempo insieme fuori dalla sala prove fa tantissimo. Anche perché parti già da un altro livello di comunicazione. Però come in tutti i gruppi, credo, bisogna un po’ imparare a comunicare: ci sono sicuramente momenti più di tensione e momenti in cui invece tutto nasce più naturale. É un percorso che si fa insieme, conoscendosi sempre di più e suonando insieme. Il fatto di volersi bene ed essere amici rende tutto più facile e più difficile a volte, perché ti prendi anche la libertà di essere più diretto. Quando sei con le persone che non conosci magari sei un po’ più moderato, mentre quando si é in confidenza si va anche forse un po’ più netti; però é parte del gioco

E: sì, manca la freddezza. Poi se avessimo tempo ognuno di noi dedicherebbe più tempo al progetto. Poi Antonella per fortuna si é trasferita a Torino, Chiara sta ancora a Cuneo…

C: non me la devi fare pesare questa cosa no ahah

M: sì beh lei si lamenta che non andiamo mai a trovarla

C: Mai, nemmeno una volta!

E: beh ma a parte le distanze geografiche ci sono poi anche gli impegni professionali, ognuno lavora. Questo é anche uno dei nostri lavori ma non é l’unico, almeno non ancora. Mi auguro di trovare ancora più tempo assieme per organizzarci e vederci perché avendo ognuno degli impegni trovare il giorno in cui ci siamo tutti é difficile

C: eh in cinque si inizia ad essere in tanti…

E: dobbiamo togliere qualcuno. Tanto Chiara lo ha già detto a inizio intervista che se ne vuole andare ahah

C: ma come faresti senza di me eh!

Però, allacciandomi a quello che hai detto, il fatto di essere così in confidenza vi fa anche essere più sinceri

C: sì, più diretti almeno. La sincerità credo che, quando si fa un lavoro musicale a livello che si possa considerare buono, é necessaria perché non fai il bene della musica se non ti dici le cose per paura. Ovviamente poi il modo fa sempre la differenza, di quello io sono una grande sostenitrice, però sicuramente noi ce lo diciamo in modo più diretto. Se c’é qualcosa che non funziona, al posto di pensare al come dirla ci esce più un “grrr” di istinto, io sono una regina in questo

Quel posto quel giorno

Quale é l’ispirazione per quel posto quel giorno?

E: bellissimo brano

M: finito, questa é la risposta alla domanda

E: lì abbiamo pubblicato pure un réel in cui ero giù in Calabria sul pianoforte in cui ho imparato a suonare, e sto ancora imparando. Ho iniziato a suonare questo temino e l’ho scritto. Poi mi sono ripreso per fallo vedere agli altri. É stato molto di getto, anche perché é un brano strutturalmente abbastanza semplice e anche breve. Possiamo dire come é nato il titolo?

M: sì certo

E: praticamente in una delle solite riunioni in cui ci scervellavamo sul titolo, che doveva rimandare a qualcosa di comunque nostalgico, perché trasmette molto secondo noi quella sensazione lì, di un ricordo, ad un certo punto Fortunato dice, dopo un’ora, che doveva essere un qualcosa che ricordasse quel posto quel giorno in cui abbiamo registrato. Lo abbiamo fatto da una nostra amica in collina, Virginia, che ha questo bellissimo salone con un pianoforte e la natura, gli uccellini, un posto stupendo. Seguite la pagina, compositori anonimi su IG. Insomma quando lui ha detto quella frase ci é piaciuta subito e lo abbiamo chiamato così

M: Fortunato é il nostro titolista

C: sisi verissimo

E: ha una poesia dentro

C: riesce ad evocare delle immagini molto suggestive

M: perché é il più saggio di tutti quanti

Sensibilità

Cosa fa di altro nella vita?

E: lui é insegnante di musica, contrabbassista, lavora con la musica. É molto sensibile, ognuno la esprime in modo diverso, io scrivendo, Chiara piangendo, Fortunato con la poesia, Antonella

C: Antonella é una principessa

E: non ha sentimenti ?

C: non é vero ahah lei però é così perfetta

E: ma siamo tutti perfetti, anche tu Chiara lo sei, perché dici così

M: suona l’arpa, quello é il suo modo di esprimere la sua sensibilità

E: sì, é molto limpida nel suonare

C: é molto espressiva anche, ha una musicalità veramente molto bella

E: invece Matteo la esprime con

C: prendersi cura di quello che non facciamo noi

E: la gestione social

C: in generale le nostre lacune dal punto di vista pragmatico ed é anche il più burocratico. La sua sensibilità la sfrutta “nell’accudirci” un pochettino

M: eh anche perché ho fatto quello nella vita

E: sì, siamo tutti un po’ sbaragliati altrimenti

M: pensa in che mani siete!

C: pensa tu chi ti sei trovato di fianco!

E: é la nostra bussola Matteo dai

C: Ema anche funge un po’ da ago della bilancia

E: ah sì? Mizzica!

C: secondo me quando iniziamo ad avere delle visioni diverse lui ha un temperamento molto calmo ma che se vuole anche molto deciso, e quindi ci riassetta un po’ tutti insieme

M: mette insieme i pezzi

E: che carini, sono malleabile

(il bello é che io non ho fatto nessuna domanda sulla loro sensibilità, hanno fatto tutto loro ahah ndr)

Nuovo album

Lo scorso album era focalizzato sul rendere omaggio al legno ed ai vostri strumenti. Posso già chiedervi su cosa vi focalizzerete su questo nuovo?

E: e chiedicelo va! Su questo nuovo, stavolta consigliato non da Fortunato ma da Matteo, senza svelare troppo é più indirizzato verso degli spot/momenti singoli. Ci sarà qualcosa che legherà tutto come in Resina, però ogni brano é visto con una personalità propria ed una immagine non per forza legata alle altre

C: come se fosse una serie TV che é girata dallo stesso regista ma sono puntate a sé stanti

E: come i Simpson, oppure come Dragonball ma voi siete troppo giovani per averlo visto

Allora possiamo dire più come delle Sitcom piuttosto che delle serie

M: diciamo che lavora molto su immagini

Wow, un dixit musicale

C: sì legato a situazioni

E: (scherzando) lo stiamo ancora definendo, per questo non possiamo rispondere

C: no in realtà sembra che stiamo facendo il gioco di dover fare capire senza utilizzare determinate parole (taboo). Stiamo evitando di dire tutte le parole che ci siano detti nei nostri brainstorming

E: sì poi veramente stiamo ancora definendo gli ultimi dettagli, quindi magari diciamo una cosa e non sarà poi così e non vogliamo deludere i vostri lettori

Sarà più legato alla vita dell’individuo a differenza di Resina?

E: probabilmente sì

C: vedi che alla fine con i nostri giri di parole ci siamo fatti capire

Compositori anonimi

Visto che li avete nominati ci parlate dell’associazione compositori anonimi di Torino? Io non l’avevo mai sentito

E: cercavamo un luogo in cui registrare, io conosco questa ragazza collega di Matteo che si chiama Virginia, é una compositrice, e porta avanti questa associazione ed ha uno spazio a casa sua con un bellissimo pianoforte ed abbiamo chiesto di andare a registrare lì. Lei ha dato la sua disponibilità e ci siamo recati in questo posto incantevole. Però forse Matteo può dire qualcosa in più riguardo Compositori anonimi

M: sì é una associazione di Torino di appunto Virginia del Torre, collega ed amica. Organizzano concerti, workshop, laboratori musicali per bambini, insomma é una associazione molto attiva. Ha questa sala bellissima con il pianoforte, in una casa in collina in cui non ci sono rumori esterni. Mentre noi registravamo gli unici rumori che si sentivano erano gli uccellini fuori. Ci sembrava un luogo adatto, anche perché noi per registrare abbiamo bisogno di una sala con una buona acustica, poiché registriamo in presa diretta suonando tutti insieme. Ci registriamo noi perché Emanuele ha super esperienza e sa come gestire il tutto. Quindi ci sembrava la situazione ideale ed infatti ci siano trovati benissimo. Parte dei brani li abbiamo registrati lì, ma non tutti

E: gli altri a casa mia, perché anche lì c’è un salone bello con il pianoforte. E quindi ne abbiamo fatti metà da una parte e metà dall’altra

Influenze

Okay, vi devo chiedere, anche se banale, le vostre aspirazioni musicali e/o i vostri grandi miti

C: ah io ne ho talmente tanti… . Allora, dipende dal genere, io ascolto molta musica cantautorale italiana. Sicuramente il mio grande amore d’infanzia é stato e rimarrà sempre Antonello Venditti, però ultimamente i miei ascolti sono concentrati principalmente su Daniele Silvestri e Fulminacci, che sono al momento i miei due grandi amori italiani

Anche molto simili tra l’altro

C: sì esatto, sono molto collegati tra loro: tramite Silvestri ho scoperto anche Fulminacci e mi sono re-innamorata. Mi innamoro molto facilmente, musicalmente parlando. Al di fuori, sicuramente i Pink Floyd, quando non sto bene o sto molto bene comunque vado sempre a finire lì

Sei riuscita ad andare al suo concerto? (Chiedo con un po’ di invidia)

C: siii, nel 2018 al concerto di Roger Waters. Ho pianto tutto il concerto, per non deludere le mie aspettative

E: ha pianto all’inizio perché era felice e alla fine perché era triste che fosse finito

C: sì ahah. Loro per me sono proprio on top

Mi faresti anche qualche nome classico?

C: Rachmaninov, Dvorak, Shostakovich e poi da violoncellista mi sentirei di dire anche Bach, il quale come si fa non dirlo, parte da lì e poi c’è tutto il resto

E: é l’Einstein della musica

M: io in realtà sono un bel minestrone, nel senso che ho sempre ascoltato di tutto. Sono cresciuto con il cantautorato italiano e poi con il rap e l’hip hop. Sin da bambino ho sempre ascoltato l’old school dell’hip hop italiano e non solo: Neffa & I messaggeri della dopa, Bassi Maestro, ecc… . Attualmente in quell’ambito ascolto Willie Peyote. Poi ho anche sempre ascoltato rock, jazz, che ho anche fatto da musicista. Ho sempre ascoltato un po’ di tutto anche per l’idea che vedo la musica come un linguaggio e come un modo di comunicare, per cui non ne faccio una questione di generi. Io penso che se la musica é bella allora é bella a prescindere, se comunica, se scritta e fatta bene, per cui non ho mai messo paletti sui generi.

Per quanto riguarda invece la musica classica io sono molto sulla musica moderna-contemporanea, proprio come reperto della mia vita ho fatto principalmente quelli e se devo dire qualcuno allora Bartók e Mahler per il sinfonismo (Chiara concorda). A me piacciono un po’ le cose particolari di musica contemporanea, quelle a cui di solito la gente dice che é ”musica strana”. Perché mi piace vedere lo strumento proprio come tale, con cui si fanno cose che di solito con la musica classica più tradizionale non si fanno o sono meno comuni, mi piace esplorare lo strumento

E: per quanto mi riguarda di musica pop ce ne sono tantissimi. Poi c’è il rock pop, dai classici Pink Floyd, la PFM, de Andrè

C: ah sì io anche tanto de Andrè

E: musicalmente proprio

M: adesso che hai detto PFM io dico anche tutto il prog italiano

C: eh sì

E: per il jazz Duke Ellington, ha fatto di tutto e scopro ancora cose che non pensavo avesse scritto lui. Musica classica sono abbastanza romantico quindi Chopin, Debussy, ecc… . Invece il mio idolo é Ennio Morricone

Musica classica

Ci sono delle persone “grandi” che magari fanno musica nella vita ma hanno difficoltà ad ascoltare quella classica perché, come mi é stato detto una volta da uno di loro, non sono stati abituati da bambini. Io personalmente non ci avevo mai riflettuto perché, avendo studiato danza classica, quel tipo di musica é entrata presto nella mia vita. Volevo chiedervi, voi cosa ne pensate e se avete consigli per chi magari vorrebbe approcciarsi all’ascolto di questo tipo di musica da adulti

C: un po’ secondo me é vero, di solito sono componenti anche molto lunghi che se non sei abituato ed hai sempre ascoltato quelli da tre minuti e mezzo/quattro magari fatichi

M: però se posso spezzare una lancia in favore a chi dice così c’è un piccolo problemino in Italia ed é che la musica in generale non viene studiata bene a scuola, a volte non si fa nemmeno. E invece dovrebbe essere una materia normale, come si fa storia dell’arte. E così tutti potrebbero avere accesso, anche minimamente, Perché non é che dobbiamo essere tutti musicisti per carità, però almeno avere gli strumenti per poter ascoltare, giudicare, farsi un’idea. Questo secondo me, e lo dico anche da insegnante, é una pecca grave

C: sì anche perché comunque é un viaggio ascoltare un brano di musica classica. Il mio consiglio infatti é di chiudere gli occhi e fare quel viaggio godendoselo e vedendo cosa ne esce fuori. Ci sono delle volte, anche a me é successo, magari più con la musica contemporanea a cui io sono meno avvezza a differenza di Matteo, in cui ti possono anche uscire emozioni negative. Ma é parte dall’arte, non sempre é godibile per la persona che ne sta usufruendo. É un viaggio che ti metti a fare accompagnato da delle persone che lo stanno eseguendo. Devi semplicemente metterti in connessione con te stesso e con la tua emotività e vedere cosa ne esce fuori

M: anche perché quella cosa dell’abitudine e l’avere degli strumenti per sentire determinate cose é anche per capire che magari uno ascolta musica pop-contemporanea o rock e gli piace, ma magari non si rende conto che se lì dentro c’è della roba che esiste é perché chi ha composto ha ascoltato la musica classica. Pensiamo solo ai Radiohead, quanto hanno preso benissimo da lì. Altri miti loro

C: oppure “all by myself” é il secondo concerto di Rachmaninov al pianoforte, proprio preso e messo sopra

M: molta della musica che tutti ascoltiamo non sarebbe mai esistita

E: sì, poi spesso é snobbata e sottovalutata a livello tecnico, magari penso a qualche jazzista che dice che la musica classica é una barba. In realtà ci sono soluzioni armoniche, anche del settecento e dell’ottocento, che sono molto più ardue di alcuni passaggi jazzistici. Ed uno pensa, cavolo ma già nell”ottocento facevano queste cose qua. Poi ci sono una marea di compositori che magari non si conoscono ma che hanno fatto cose assurde. Poi si chiama classica che vuol dire, diceva Calvino, un’opera che non ha mai smesso di dire quello che aveva da dire quando é nata. Magari anche un brano pop attuale tra qualche anno sarà ancora fruttato e preso di riferimento e diventerà classico, chi lo sa

C: poi forse togliersi un po’ dalla testa, che secondo me é un po’ il pregiudizio di quando si va ad ascoltare musica classica, che stai ascoltando un mostro sacro che é intoccabile e ingiudicabile. Per cui quando uno magari é al di fuori dell’ambito parte con l’ascoltare pensando che sicuramente non gli piacerà, che lo annoierà, però con la presunzione di chi la esegue e di chi é nell’ambito che pensa che quella cosa lì é intoccabile.

Invece no, é musica come tutto il resto, ogni persona ha il diritto di dire che qualcosa non gli piace tranquillamente. Però se non ti avvicini a quella cosa lì non potrai mai saperlo. Non farlo a priori ma mettercisi e provare, e poi a quel punto capire e decidere. Togliere un po’ i pregiudizi della musica ”impolverata”, perché non lo é per niente, però può non piacere tranquillamente, non c’è niente di male, é un gusto personale

Biblioteca degli alberi

Avete suonato, non troppo tempo fa, con Saturnino Celani, come é nata e come é andata questa esperienza?

E: é nata così: circa un anno e mezzo fa ci hanno scritto su Instagram questa realtà che si chiama biblioteca degli alberi di Milano, chiedendoci la disponibilità per fare un concerto. Noi non abbiamo risposto subito mi pare, dopo qualche giorno ci scrive anche Saturnino direttamente su IG

Che carino

E: sì infatti noi siamo stati molto stupiti. Forse noi in realtà avevamo risposto anche inizialmente, ma comunque dopo ci ha scritto anche lui, forse non si erano capiti. Lui era felice di averci a questo evento…

M: perché lui era il direttore artistico

E: in questo posto molto moderno di Milano, in un prato che si chiama proprio Biblioteca degli alberi che ha una sorta di orto botanico, al Gaulenti sotto i grattacieli. Ogni giovedì aveva ospiti diversi che lasciava suonare e poi sul finale interveniva anche lui suonando qualche brano

C: alla fine però con noi ha suonato dall’inizio

M: perché é arrivato quel giorno e ci ha detto che era innamorato del nostro disco e che le avremmo suonate tutte, fantastico

E: sì si é messo a suonare tutti i brani con noi, improvvisando, é stato bellissimo

C: in modo molto delicato tra l’altro. La sua presenza era sempre un colore in più

E: sì esatto, non un qualcosa che andasse a portare da qualche altra parte, ci sono dei video su YouTube che potete vedere e ascoltare (https://youtu.be/tGFEbxPKYBM?si=XgeT-G_TnHAGMobT) ed é stato molto bello, lui simpaticissimo, alla mano, coinvolto

C: e infatti ha riconduciamo il nostro ultimo singolo, vuol dire che un po’ ci sta ancora seguendo

M: é un rimasto un bel rapporto devo dire

E: gli manderemo un disco nuovo quando usciranno

Eh io se avessi saputo prima che avete un disco in programma avrei aspettato a fare l’intervista…

C: e va beh dai la rifaremo!

E: poi ascolterà il disco, non le piacerà e scomparirà

Giorgio Blanco video

Sono innamorata della collaborazione che fate ogni tanto Giorgio Blanco

C: ehhh bellissimi

E: probabilmente ci saranno anche novità da quel punto di vista, esclusiva

M: oggi Emanuele stupisce con le esclusive

Okay, una domanda era quella, se in questo nuovo progetto avevate intenzione di ricoinvolgerlo

E: sì sì

C: già, già…

E: spesso é lui a coinvolgere noi, ci chiama e ci dice che ha bisogno di qualcosa

C: lui é incredibile

E: speriamo di pubblicare presto un lavoro che abbiamo già realizzato, lo stiamo definendo. É molto bello, siamo curiosissimi di pubblicarlo

M: poi già ieri abbiamo pubblicato la nostra nuova foto (quella in copertina dell’articolo, ndr) che ci ha fatto Giorgio

Anime artistiche

Volevo chiedervi come le vostre anime artistiche si incontrano quando lavorate…

E: quando c’è un anima artistica per forza ci si incontra

C: sbammm

M: poeta

C: secondo me perché arriviamo da ascolti simili, come gusti musicali ci ritroviamo tutti abbastanza quindi… . Forse Antonella é quella un po’ più classica come ascolti, però suona l’arpa quindi pazienza, ahah scherzo. Sicuramente lei ha un percorso legato più alla musica classica…

M: più netto diciamo

E: sì e continua tutt’ora a lavorare molto con la musica classica

C: sì é una artista molto molto affermata in quell’ambiente

E: quindi la nostra anima artistica si incontra con la sua anima artistica

C: ha fatto la battuta

M: secondo me il vantaggio é anche la musica che scrive Ema, perché aiuta, sebbene abbiamo personalità e percorsi diversi ovviamente, ad avere un punto di incontro. Per i brani che scrive, per come li scrive, secondo me quello fa tanto

(io a quel punto mi ero un attimo persa ammetto…)

Scusate ma quindi con Giorgio avete in comune proprio anche la musica classica?

C: ahhh no abbiamo capito male noi

E: pensavo ci stessi chiedendo le nostre anime artistiche

Ahahah va beh dai avete fatto voi una domanda in più. Ritornando all’originale, cosa vi accomuna con la sua?

E: allora io ho sempre sognato e tutt’ora mi piace scrivere musica per immagini. E questa collaborazione é iniziata un po’ per dei video promozionali che doveva fare Giorgio per delle aziende. Un rapporto quindi bello ma meno artistico diciamo, sebbene il video e la musica siano due forme d’arte secondo me, l’applicazione non era così artistica secondo me. Però quando c’é stato il video di ”Una notte a Torino”, lì ci siamo proprio potuti esprimere liberamente ed al massimo. E secondo me in quel video c’é un connubio tra musica e immagini funzionale ed evocativo. Da lì abbiamo capito che c’é un’alchimia particolare che si può continuare a sperimentare, divertirsi e lavorare con entusiasmo. Quando si trova questa magia é bello perseverarla

M: sì poi Ema lo conosce da tantissimi anni, noi oramai però lo conosciamo dal 2019 Giorgio almeno

C: eh io dal 2017/18, dalla prima collaborazione

M: sì e poi anche con noi quattro si é creato un rapporto di amicizia con Giorgio

C: sì dai potrebbe essere considerato un sesto Charlie T.

E: o noi altri cinque Giorgi Blanchi

C: ahahha impegnativo eh, sei Giorgi Blanco

Progetti Futuri

Oltre al disco avete altri progetti futuri?

E: altroché se li abbiamo!

C: i sogni sono tantissimi

Live?

E: beh sì dai dobbiamo preparare un bel tour

C: sto giro cavolo senza problematiche COVID. E fu così che invece nuova pandemia. Forse portiamo sfortuna?

E: no non dirlo. Speriamo di fare tante date

M: l’obiettivo é quello

E: il nostro punto di forza é dal vivo, perché ripeto registriamo tutto dal vivo e quindi siamo nati per suonare in giro

C: sì, é la nostra dimensione anche

E: ideale

Okay parliamo del live. L’unico che per ora ho assistito vostro fu quello di Nichelino

C: quello in cui ha piovuto?

M: no, il nostro primo live in assoluto

C: ah ok

E: in quel cortile

M: proprio prima data del tour di Resina

Famiglia

Davvero? Non lo sapevo! (Tra l’altro poi ho riflettuto che fu anche il mio primo concerto live post pandemia, perché si tenne veramente poco dopo la riapertura dei locali). Tra l’altro quella sera uno di voi si era stupito del fatto che avessi fatto venti minuti di macchina per venirvi a sentire, come se fosse chissà quanto

M: era Ema sicuro ahaha

C: io ho fatto più km per venire al concerto ahah

Parlando di quella sera, domanda un po’ stupida ma divertente, una delle vostre madri era proprio in modalità di super-fan

C: era la madre di Antonella, era l’unica

M: sui social abbiamo invece la mamma di Fortunato che é super fan

C: eh lei per questioni geografiche fa fatica a presenziare

M: dobbiamo andare a suonare a Reggio Calabria

E: lungomare, bellissimo

C: va beh ora i miei si sono fatti IG, prepariamoci, perché mia madre anche può essere una grande groupie. Però la mamma di Antonella é un po’ la mamma di questo progetto alla fine: ci prepara i pranzi, ci porta gli arancini…

E: l’ultima volta abbiamo fatto le prove e le registrazioni e noi già non volevamo staccare per occuparci del cibo, poi lei ci invia un messaggio dicendoci che stava per portare il pranzo. Ci ha portato una teglia grossissima di arancini e abbiamo, ci tiene molto

C: sì é super fan, ma così come il padre. Diciamo che loro sono anche un po’ obbligati a diventare fan perché comunque Antonella ha bisogno spesso di aiuto per portare l’arpa

M: il papà é un po’ il rider ufficiale

C: per cui tante volte si ritrovano ad ascoltare anche per forza. Quindi probabilmente é nato questo amore da una forma di disagio loro, scherzo. Però sono sempre super carini e ci seguono con tanta tanta passione

E: e li salutiamo

Live

Parlando sempre del live che ho assistito, devo fare i miei complimenti ad Emanuele perché é riuscito a tenere benissimo il palco malgrado ci fossero dei problemi tecnici

C: eh lui é bravo, lo abbiamo scelto bene

Questo é dovuto anche alla tua esperienza pregressa

E: sì a’ voglia!

C: e anche perché… é un bravo ragazzo

E: vuoi dire che sono un cogl**nazzo?

Ahahahah sì dice animale da palcoscenico…

C: sì sì dice così, poi ahahah

(la mia é tutta invidia nei suoi confronti per come sa stare sul palcoscenico, ndr)

Consigli ed insegnamenti

É una dote che alcune persone hanno, io che non la ho ammiro molto chi la ha. Cosa potete imparare voi dall’esperienza pregressa di Emanuele Via e cosa può imparare Emanuele Via da voi

M: noi possiamo imparare proprio quel tipo di rapporto con il pubblico in quel tipo di live che in quello che noi facciamo di solito non c’é. Venendo dallausica classica non c’é questa interazione o comunque é rara. Poi, non lo dico come critica, sono situazioni diverse e la battuta scherzosa che magari toglie delle barriere con il pubblico é difficile che ci sia in quell’ambito. Lui poi é super bravo in questo, ogni tanto ci coinvolge e diciamo qualche fesseria pure noi, quindi questo noi sì

E: sì diciamo che in questo caso ancora di più perché essendo noi strumentale, se anche fra un brano non dici niente o le dici in modo serioso, poi diventa pesante pure suonarla addirittura, per cui é bello alleggerire

C: anche perché il pubblico che ci segue magari non solo é quello che va nelle grandi sale da concerto ma é un pubblico spesso molto giovane. Quindi é giusto accompagnarlo un po’ nell’ascolto, se no rischia veramente di essere un po’… (pesante). Un qualcosa che tra l’altro noi non siamo!

E: e invece quello che può imparare Emanuele Via ma anche gli Eugenio in via di gioia dai Charlie T. sono la qualità di esecuzione del suono, di preparare i concerti e la ricerca di un suono dal vivo anche fra di noi. Abbiamo anche fatto delle cose insieme gli Eugenio in via di gioia e i Charlie T., però come per gli Eugenio é importante cercare un po’ di serietà intesa come qualità, come ricerca delle cose fatte bene. Magari spesso siamo scanzonati, cazzeggiano,… però ci vogliono entrambe le cose

Sogni

Questa é una domanda solo per Chiara

C: attenzione, non ero pronta

Ho visto che hai collaborato nella tua carriera con Ultimo. Io non lo conosco bene come musicista ma so che parla spesso di sogni, tu come ti senti legata a lui e come é fatta la tua sfera di sogni?

C: il percorso con lui é stato molto bello, io e Anais, la violinista che suona nei concerti, siamo solo due archi, e siamo con lui dal 2019. Quell’anno é stato il suo secondo anno di grande successo, aveva fatto già un tour nel 2018 che era andato molto molto bene e che gli aveva aperto la strada per questo secondo tour e ci siamo trovate con lui nel momento un po’ di salto, quindi é stato bello questo. Anche perché é passato dal riempire i palazzetti a fare un sold out allo stadio Olimpico sempre nello stesso anno e nello stesso tour.

E di lì, a parte la pausa COVID, dove erano già programmati tanti stadi per il 2020 si é passati al 2022 con gli stadi ed ora si sta continuando ad andare avanti sempre con essi. Lui arriva secondo me da un percorso che é molto legato a quelli che sono i miei ascolti, a me piace molto lui musicalmente, prima ho citato Venditti e ci sono molte similitudini vocali e anche di scrittura tra loro due ovviamente

Gli stadi

Beh insomma ti piacciono gli artisti di Roma!

C: eh qui andiamo a toccare un punto veramente importante, perché ebbene sì ahah ho un piccolo problema

E: inizieremo a fare l’accento romano per chiamarla quando é un po’ distratta, e lei si sveglia

C: sì io ho questa cosa di amare Roma e i suoi cantanti/cantautori, ce l’ho da sempre tra l’altro, é inspiegabile. Ritornando ad Ultimo é secondo me anche una persona molto genuina che ha vissuto questo grande successo rimanendo comunque una persona molto semplice, per cui é bello lavorare con lui anche per questi motivi. Tea l’altro secondo me si é visto parecchio il cambiamento in questi anni da ragazzo a uomo. Poi va beh ne parlo come se avesse dieci anni in meno di me ma alla fine ne ha solo quattro, però comunque sono gli anni di cambiamento dove si vede anche il cambiamento come artista oltre che come persona.

Finita la premessa su di lui, vedere un po’ il suo sogno ed esserci dentro é stato molto bello. Poi da un punto di vista più prettamente egoista ti inorgoglisce vedere anche che lui riesce ad arrivare a fare dei numeri incredibili, perché poi lo sono, anche se si può capire bene il perché andando a vederlo live. Lì ti rendi conto di come fa e del perché abbia tutto questo seguito: é magnetico, attira proprio, ha uno sguardo e modo di porsi sul palco che ti porta veramente dentro. Però anche il sogno mio personale, perché da violoncellista che ha fatto il conservatorio, trovarsi a suonare al Circo Massimo davanti a settantamila persone non era scontato per niente poterlo fare ed é grazie a lui se io l”ho fatto.

Tra l’altro nel 2022 e nel 2019 negli stadi avevamo un momento in cui suonavamo in trio: lui al pianoforte ed io e Anais agli archi. Un momento più acustico e cameristico che era molto delicato ed emotivamente molto forte, almeno per noi che eravamo sul palco. Ti trovi a suonare in trio davanti a tutta quella gente, poi il Circo Massimo, sempre per il fatto che sono legata a Roma, é stata la cosa più incredibile del mondo. Poi ci sono stati anche San Siro e Maradona. Però ecco vedere il suo sogno trasformarsi in una realtà ancora più al di là di quello che potesse essere inizialmente il suo sogno. Non credo avesse avuto nemmeno il coraggio di sognare così in grande come sono poi i risultati che sono venuti fuori. E un po’ il sogno personale di dire di aver fatto gli stadi

Selezione

Ma come hai fatto ad essere scelta?

C: verrebbe da dire casualità poi in realtà ha delle motivazioni dietro. Io ho fatto per due anni la violoncellista al festival di Sanremo nell’orchestra, bellissa esperienza che mi ha arricchita molto, e lì ho conosciuto il chitarrista del tour del 2019 di Ultimo, Luca Colombo, e aiutava il direttore artistico di quel tour a scegliere i musicisti per creare la band.

É sempre un momento molto delicato quello perché devono essere musicisti di cui ci si fida ma anche persone che possono andare d’accordo e che si sa che non creino problemi, ci sono tanti aspetti da valutare. Quando gli é stato chiesto di pensare a due archi, lui che comunque era più abituato a vivere nel mondo orchestrale anche grazie al festival, lui ha suonato lì per tipo dieci anni, ha visto un sacco di musicisti passare, lì casualità ha fatto sì che suggerisse il mio nome e quello di Anaïs Drago

Alberi

Domanda un po’ retroattiva: visto che in Resina avete dato il nome di un albero ad ogni brano, ci sono degli alberi che per qualche motivo appartengono di più al vostro vissuto/sfera emotiva?

M: ogni live la diciamo questa cosa ma é vera: a parte che forse é il mio brano preferito di Resina e può anche essere che avessi dato io il nome, Ginepro. Io sono di origini sarde e quella é una pianta molto presente e molto legata ai miei ricordi. Per cui ci sono più legato sia come brano che come pianta/albero

E: io…mmhh sono tutti belli gli alberi. A me piace il noce perché ne avevo un paio nella casa di campagna, belli grosso vicino al fiume, stupendo, e andavo sempre a raccogliere le noci. L’altro é l’acero perché ha delle foglie stupende che diventano rosse. Quando ero piccolo si usava prenderlez disegnarvi sopra e poi attaccarle contro un foglio, per cui ho questo ricordo di queste foglie stupende di acero

C: io dico il larice perché casa miaé tutta fatta in larice e quindi io ho comprato casa mia perché mi sono innamorata del legno dei palqué, come quello che c’é nel salotto. Ho comprato quella casa per quella stanza e quel pavimento e poi ho adattato il resto della dimora. É un legno molto caldo e morbido, insomma ha delle caratteristiche belle

Okay, due su tre riguardano i ricordi infantili, chissà cosa direbbe Freud a riguardo

Bonus astrologia

Se un giorno con quei bozzetti riuscissi ad incoronare il mio sogno di organizzare una sfilata chiamerei loro per suonare di sottofondo.

E se avete voglia di sognare anche voi, beh allora non vi resta che ascoltarli!!

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